Substrati innovativi a base di compost, l’esempio del progetto Life Agrised

La valutazione di una tecnologia innovativa con numerose applicazioni possibili. Una prova importante nel settore ornamentale

Il progetto LIFE Agrised (LIFE17 ENV/IT/000269), giunto ormai al suo termine dopo più di tre anni di attività, ha avuto come oggetto il co-compostaggio di sedimenti fluviali e scarti verdi per l’ottenimento di tecnosuoli e substrati innovativi. Il progetto coordinato da Agri Vivai srl è stato cofinanziato dalla Unione Europea all’interno del Programma LIFE, con il fine di affrontare importanti problematiche ambientali in un’ottica di economia circolare.

I materiali utilizzati. Il progetto si è sviluppato considerando le esigenze del vivaismo ornamentale e ha infatti utilizzato diversi materiali che si ipotizzava potessero ottenere delle buone performance per la coltivazione di piante in vaso. I materiali esaminati dal progetto Agrised sono:

- Torba, questo materiale è in assoluto il più utilizzato come materia prima da substrato, per le sue ottime caratteristiche tecniche e per i prezzi relativamente contenuti. Ormai da decenni si sottolineano le criticità ambientali causate dal suo impiego, in primis la distruzione delle torbiere naturali che rappresentano ecosistemi umidi ricchi di biodiversità, strategici nella mitigazione del fenomeno del surriscaldamento globale. La torba altro non è che materiale di origine vegetale (sfagno) non completamente humificato e o mineralizzato che si stratifica nel corso di secoli, stoccando sotto forma di carbonio organico la CO2 assorbita dall’atmosfera mediante la fotosintesi. Lo sbancamento delle torbiere e l’utilizzo del materiale interrompe questo importantissimo equilibrio su larga scala.

- Scarti Verdi, con questo termine si fa riferimento ad una matrice di materiali molto ampia, ovvero tutto ciò che risulta in eccesso dalla manutenzione del verde, dalla gestione di impianti agricoli erbacei o arborei (es.vivaismo) e dall’industria agro-alimentare dei vegetali. Si parla in altri termini di biomassa verde: foglie, sfalci, legname, radici, scarti di frutti ecc. Questi scarti sono prodotti in grosse quantità, dipendentemente dalla loro origine e composizione possono essere considerati rifiuti o sottoprodotti, differenza sostanziale per il loro riutilizzo in ottica di economia circolare. Il mero smaltimento di tali matrici, senza il possibile riutilizzo sotto altra forma, è oneroso e irrazionale.

- Sedimenti Fluviali, risultano dall’escavazione di fiumi e canali di ogni dimensione. Il loro allontanamento dagli alvei è necessario per evitare fenomeni di inondazioni e dissesto idrogeologico. Spesso a causa dell’inquinamento idrico questi materiali hanno parametri di idrocarburi e metalli pesanti troppo elevati e sono considerati rifiuti speciali. Lo smaltimento di queste masse è molto oneroso, anche perché richiede una logistica “pesante”.

Il consorzio di Progetto ha messo in atto il co-compostaggio di sedimenti fluviali con scarti verdi sia in Italia, sia in Repubblica Ceca, presso azienda Partner EPS (Fig.1). In entrambi i Paesi sono stati creati e gestiti tre differenti cumuli di compostaggio, così costituiti:

  • 75% sedimento fluviale + 25% Scarto Verde
  • 50% sedimento fluviale + 50% Scarto Verde
  • 25% sedimento fluviale + 75% Scarto Verde

 

I vari soggetti del Consorzio esperti in diverse discipline hanno permesso di valutare l’idea di base del progetto da diversi punti di vista:

  • Normativo, con l’ottenimento di un’apposita autorizzazione da parte della Regione Toscana per eseguire la prova
  • Ambientale, con l’applicazione dell’analisi Ambientale LCA (Life Cycle Assessment)
  • Economico, con la stesura di un Businessplan
  • Tecnico, mediante prove di coltivazione in contesti reali (Fig. 2)

L’intero processo di co-compostaggio è stato monitorato dai ricercatori della Scuola di Agraria dell’ Università degli Studi di Firenze e dell’ IRET-CNR di Pisa. A compostaggio terminato i 6 materiali ottenuti sono stati provati come substrato di coltivazione sia tal quali (con solo aggiunta di concime lenta cessione) sia miscelati con altri materiali, come normalmente previsto nei terricciati in uso nei nostri vivai (Fig.3). La miscelazione è stata decisa sulla base dei pro/contro comunicati dalle caratteristiche chimico/fisiche dei compost ottenuti, i principali difetti da migliorare erano: densità eccessiva, pH subalcalino, salinità abbastanza alta.

Le prove di coltivazione. In tutto sono state messe in prova sei miscele in Repubblica ceca (i tre compost concimati + i tre compost miscelati con torba/pomice); mentre a Pistoia ben nove (i tre compost concimati + i tre compost miscelati con torba/pomice + i tre compost miscelati con midollo/fibra di cocco). La prova di coltivazione è stata eseguita presso il partner F.lli Gorini Piante, si è basata su due specie molto comuni nel Distretto Pistoiese: Viburnum Tinus, Photinia × Frasei “Red Robin”. Le piante sono state valutate in relazione sia ad una ricetta standard torba/pomice (60:40) sia ad una cocco midollo/cocco fibra (70:30). Le condizioni di coltivazione valutate sono quelle che normalmente esegue il vivaista. Ovvero rinvaso da un contenitore 3LT ad un 9,5Lt, irrigazione a goccia, concime a lenta cessione 12m nel substrato (4gr/LT), disposizione a scacchiera all’interno di un comune “quadro” di vasetteria. In Repubblica Ceca è stato eseguito solo un ciclo di coltivazione con invasatura primaverile, mentre a Pistoia due: il primo con invasatura autunnale e il secondo in primavera.

Tutte le tesi in prova hanno portato all’ottenimento di una pianta ornamentale “vendibile”, con buona resa in biomassa e colorazione. Naturalmente le varie miscele mostrano delle differenze, prontamente valutate dal team dell’Università di Firenze. Dato il taglio prettamente divulgativo del presente articolo si rimanda alla consultazione dei risultati scientifici sul sito.

Il progetto non solo ha dimostrato che il possibile impiego di co-compost prodotti in loco da applicazioni di economia circolare possono, almeno in parte, sostituire la Torba e o altri materiali di importazione.   Agrised è stata una vera applicazione nel sistema reale di una tecnologia innovativa, valutata sotto il profilo tecnico, normativo, ambientale ed economico. La tecnologia si è rilevata anche trasferibile, permettendo la sua replicabilità in un altro paese Europeo.

 

Stefano Lucchetti, Agri Vivai

Francesco Paolo Nicese, Università Degli Studi di Firenze

Lapo Azzini, Università Degli Studi di Firenze