L’uso degli insetticidi nella difesa integrata

Nuovi dati sulla relazione tra agrofarmaci e insetti utili utilizzati nella lotta biotecnica. Non basta valutare solo l’effetto letale dei principi attivi
L'integrazione delle tecniche. La vespa parassitoide Trichogramma pretiosum è un insetto sempre più utilizzato per la difesa in agricoltura. Spesso accade che sia necessaria l’applicazione di prodotti insetticidi alle stesse colture sulle quali viene lanciato l’antagonista; è quindi necessario valutare gli effetti dei principi attivi sugli insetti utili. Fino ad oggi la ricerca è stata indirizzata allo studio degli effetti letali sui parassiti, tralasciando spesso la vasta gamma di effetti subletali. T. pretiosum è molto utilizzata in Brasile per la difesa della soia, così un gruppo di scienziati ha cercato di osservare l’effetto subletale di nove principi attivi nell’ambito di questo campo applicativo.
L’uso indiscriminato degli agrofarmaci può produrre effetti indesiderati sugli ecosistemi agricoli, oltre a generare problematiche importanti per la salute umana e ambientale (come ad esempio la selezione di genetiche resistenti e il pericolo di contaminazioni). Alla luce di queste osservazioni vengono infatti generalmente incoraggiate le pratiche a basso impatto, capaci di minimizzare i rischi.

Danni poco conosciuti. T. pretiosum è una vespa parassita dei lepidotteri, che colpisce le uova e impedisce loro di raggiungere la fase larvale (quella più pericolosa per le colture). In determinati contesti la probabilità che questo insetto entri in contatto con insetticidi è abbastanza elevata, tanto da pensare quanto sia importante prendere in considerazione l’effetto subletale dei principi attivi applicati in agricoltura. Questo è necessario per integrare le informazioni già note, relative ad esempio alla tossicità acuta. Gli effetti subletali possono esprimersi come dei cambiamenti fisiologici e/o comportamentali che riducono o annullano l’efficacia dell’agente di controllo biologico. Questi possono essere ad esempio mutamenti nello sviluppo, alterazione della fecondità, riduzione di longevità e mobilità, scarsa capacità di alimentazione, di ricerca delle prede e di accoppiamento.
Sono stati complessivamente testati gli effetti di nove insetticidi appartenenti a diversi gruppi chimici, tutti ampiamente utilizzati per la lotta a Helicoverpa armigera su soia. I principi attivi oggetto dell’indagine sono stati:
  • acefato
  • clorantraniliprolo
  • clorfenapir
  • clorpyriphos
  • flubendiamide
  • indoxacarb
  • lambdacialotrina + thiametoxam
  • methoxyfenozide
  • teflubenzuron
In laboratorio sono stati osservati gli effetti degli insetticidi alla concentrazione da etichetta sugli adulti di T. pretiosum.

Risultati e conclusioni. Alcuni di questi prodotti hanno evidenziato effetti subletali sull’insetto, incluso danni all’efficienza di parassitizzazione e abbassamenti nel tasso di emergenza (ovvero la percentuale di parassitoidi che emerge dalle uova colpite). Nelle tabelle seguenti vengono riportati i risultati ottenuti.
 

PERCENTUALE DI PARASSITIZZAZIONE

clorpyriphos

-98,50%

lambdacialotrina + thiametoxam

-96,10%

clorfenapyr

-77,40%

 

TASSO DI EMERGENZA

clorpyriphos

-80,10%

lambdacialotrina + thiametoxam

-48,90%

 




 
 
 
 
Da notare il fatto che molti dei prodotti testati hanno la capacità di disturbare anche le generazioni successive di T. pretiosum, influendo su longevità e capacità di parassitizzazione.
In conclusione, sei insetticidi su nove hanno rivelato effetti subletali sull’insetto utile mentre solamente tre (teflubenzuron, indoxacarb e methoxyfenozide) non hanno evidenziato disturbi.
Secondo i ricercatori, questi tre principi attivi possono essere considerati selettivi per questo parassitoide. Tuttavia, vale la pena ricordare che sono necessarie delle prove in campo per la validazione dei risultati, in quanto è probabile che il parassitoide venga sottoposto in realtà a livelli di esposizione reali sensibilmente inferiori.
Più in generale, questa ricerca evidenzia l'importanza di considerare gli effetti subletali nelle valutazioni di pericolosità delle sostanze, in un’ottica di comprensione della selettività. Molti degli insetticidi testati risultano infatti tossicologicamente innocui secondo i criteri IOBC – International Organisation for Biological and Integrated Control, ma all’atto pratico hanno provocato effetti dannosi. I dati ottenuti sono importanti anche perchè dimostrano come l’utilizzo dei principi attivi deve essere valutato con attenzione nell’ambito della lotta integrata, scegliendo i prodotti più selettivi per ridurre gli impatti sull’agroecosistema.

Fonti