Un nuovo metodo di indagine per comprendere i meccanismi che regolano la percezione dell'ambiente che ci circonda
La Direttiva Europea sull'energia chiede all'intera Unione di soddisfare almeno il 20% del suo fabbisogno totale di energia utilizzando fonti rinnovabili entro il 2020. In una relazione del 2009, l'Agenzia europea per l'ambiente ha concluso che, mentre i vincoli ambientali hanno solo un limitato impatto sul potenziale sfruttamento dell'energia eolica, i vincoli sociali - in particolare preoccupazione per quanto riguarda l'impatto visivo delle pale – possono ostacolare l'applicazione di tale metodologia per la produzione di corrente elettrica.
Durante la fase di progettazione, i soggetti interessati vengono in genere interpellati con indagini e interviste per valutare l'accettazione e/o l'opposizione. Tuttavia, anche quando il generale atteggiamento verso la tecnologia delle pale eoliche è indifferente o di soddisfazione, il supporto alla creazione di parchi eolici vicino alla casa degli intervistati è quasi nullo. Gli intervistati spesso percepiscono le turbine come brutte o comunque scarsamente attraenti, rispetto a un paesaggio naturale. Questi sentimenti sono accompagnati da cambiamenti fisiologici, come cambiamenti nella frequenza cardiaca e aumento della secrezione di sudore.
Un nuovo studio presenta un nuovo modo per misurare gli atteggiamenti verso l'impatto visivo delle turbine eoliche, utilizzando misure fisiologiche e psicologiche per valutare la risposta emotiva. In questa ricerca, che ha coinvolto 21 partecipanti - tutti studenti universitari provenienti da un'unica università britannica – ai quali è stato dato un questionario per valutare il loro atteggiamento nei confronti dell'argomento in esame in modo da classificarli come “sostenitori” o “non-sostenitori”.
Sono state poi mostrate loro diverse immagini di paesaggi, ognuna dei quali manipolata quattro volte per inserire l'immagine di una turbina eolica, una chiesa, pilone o una centrale elettrica. Mentre vengono mostrate le immagini, viene misurata la risposta di conduttanza cutanea (SCR), ovvero un'indicazione di risposta emotiva.
Ai partecipanti è stato chiesto di dire se trovano ogni immagine piacevole o meno, e di giudicare la forza della reazione. Immagini disturbanti (ad esempio infortuni e scene di guerra) sono state utilizzate come controllo.
I ricercatori hanno ipotizzato che le reazioni emotive e la risposta fisiologica alle immagini di turbine eoliche siano più negative e intense rispetto alle foto con altre strutture artificiali, in particolare negli oppositori delle turbine.
Nel complesso, i partecipanti hanno valutato le immagini delle pale eoliche come più piacevoli, al pari di quelle contenenti piloni e chiese. Questo sembra smentire l'ipotesi dei ricercatori che i paesaggi con turbine a vento genererebbero un alto SCR rispetto al controllo. Inoltre, mentre i sostenitori dei parchi eolici hanno valutato le immagini delle turbine come più piacevoli rispetto ai non-sostenitori in un questionario di prova, le differenze nello studio vero e proprio si assottigliano molto.
I ricercatori invitano a compiere altri studi in questo senso poiché la risposta SCR è fuori dal controllo volontario, e potrebbe quindi aiutare a superare pregiudizi nei rilevamenti convenzionali degli atteggiamenti delle parti interessate.
Gli autori suggeriscono inoltre che i decisori potrebbero utilizzare questo metodo per raccogliere dati precisi sulle risposte emotive del pubblico locale, applicando una scala di valutazione di facile utilizzo, per contribuire allo sviluppo delle applicazioni delle turbine eoliche in fase di progettazione.