Le strategie di recupero degli ecosistemi

Tanti fattori da considerare per massimizzare gli effetti delle pratiche di ripristino. Unione Europea e Nazioni Unite in prima linea per tutelare la biodiversità e contrastare il global change

La biodiversità e il cambiamento climatico dipendono in larga parte dalla degradazione e dalla conversione degli ecosistemi. Per questo motivo le Nazioni Unite hanno istituito la UN Decade on Ecosystem Restoration, ovvero un decennio (2021-2030) dedicato al ripristino e alla trasformazione degli ecosistemi degradati. Questo rappresenta un obiettivo chiave all’interno anche delle strategie UE mirate al superamento delle criticità in tema di cambiamenti climatici e biodiversità.

Recuperare la funzionalità degli ecosistemi apporta molteplici miglioramenti su scala globale, ma è necessario stabilire alcune priorità nell’ottica di ottenere un buon rapporto tra costi (spesso molto alti) e benefici. I costi per il ripristino degli ecosistemi sono molto variabili in base a posizione e bioma coinvolto, ci sono quindi alcuni compromessi da considerare in definizione della linea da seguire per il restauro ambientale.

Ad esempio, piantare alberi per massimizzare l’assorbimento di carbonio è un’attività con un potenziale molto positivo nei confronti del global change, ma rimboschire aree non forestali potrebbe avere impatti negativi sulla biodiversità del luogo.

Per comprendere bene come si intrecciano obiettivi di recupero e caratteristiche degli habitat, un gruppo di ricercatori ha sviluppato un algoritmo che ottimizza i risultati su scala globale tenendo conto delle esigenze specifiche dei biomi particolari.

Lo studio ha esaminato pascoli e terreni coltivati derivati da una passata trasformazione degli ecosistemi naturali (foreste convertite, praterie arbustive, zone umide ed ecosistemi aridi) per un totale di 2870 milioni di ettari. Per evitare di proporre soluzioni troppo impattanti, le strategie di ripristino sono state limitate alla frazione che si stima sia stata originariamente occupata dall’ecosistema naturale.

I risultati sono stati poi espressi attuando tre strategie diverse:

  • Conservazione di biodiversità;
  • Mitigazione degli effetti del cambiamento climatico;
  • Minimizzazione dei costi.

I risultati hanno mostrato che il ripristino del 15% delle terre convertite a livello globale potrebbe ridurre l'attuale perdita di biodiversità del 63% se concentrato in aree prioritarie per la conservazione. Per quanto riguarda gli effetti climatici, la stima indica un sequestro potenziale di 335 gigatonnellate di anidride carbonica. I ricercatori spiegano che queste cifre sono superiori a quelle spesso riportate, poiché la maggior parte degli studi utilizza la media degli stoccaggi di carbonio e non considera l’ottimizzazione spaziale.

Tuttavia, è possibile definire una strategia capace di fornire contemporaneamente una parte sostanziale sia dei risultati per la biodiversità che di quelli in termini climatici. La soluzione incentrata sulla biodiversità fornisce il 73% della potenziale mitigazione del clima, mentre la soluzione incentrata sul clima fornisce solo il 65% dei potenziali guadagni in termini di biodiversità.

L'ottimizzazione simultanea (condotta nel contesto di minimizzazione dei costi) porterebbe al 95% del massimo vantaggio in termini di biodiversità e all'89% del massimo per la mitigazione del cambiamento climatico.

I ricercatori affermano che lo studio non prende in considerazione le proiezioni future del cambiamento climatico, la biomassa da produzione agricola che verrebbe eventualmente persa, né le condizioni socio economiche che potrebbero impedire le pratiche di ripristino.

I risultati ottenuti dimostrano però come concentrare gli sforzi cercando di ottenere un unico risultato in termini ambientali potrebbe non essere la strategia di lavoro migliore.

La ricerca di un obiettivo generale deve includere le esigenze dei diversi biomi e lo studio dei numerosi fattori che regolano i risultati delle pratiche di ripristino. L'approccio multidisciplinare si rivela quindi molto importante per massimizzare le performance degli interventi ambientali attesi nei prossimi anni.

 

Fonte

Per approfondire:

Una riflessione sul cambiamento climatico

Uomo e natura: la necessità della conservazione