Cadono alberi in città: quando il difficile è rinnovare

In alcune aree urbane sono sempre più frequenti le cadute di grosse piante. Quando il problema non è solo tecnico

La stagione in corso, particolarmente ricca di precipitazioni, ha causato numerose cadute di alberi (vedi Firenze e Milano). Ciò ha portato all'attenzione collettiva il problema gestionale delle alberature vetuste presenti nelle nostre aree urbane. Tematica spinosa che, in alcuni casi, deve essere affrontata in modo tecnico, pur ponendo attenzione all’aspetto comunicativo, sempre più fondamentale per governare le problematiche, venendo incontro alle aspettative e alle richieste della cittadinanza.

Psicologia e gestione. Prima di tutto è doveroso sottolineare l’importanza “storica” e ambientale di alcuni alberate che creano un “mesoambiente” molto ombreggiato, in grado di mitigare notevolmente la temperatura estiva. Anche per questo, la rimozione di interi filari o gruppi di piante non appare una soluzione percorribile per alberature storiche o che comunque connotino una certa parte della città. In certi casi si può suggerire una soluzione gestionale che preveda un rinnovo graduale di questa tipologia di alberature, garantendo la continuità visiva del viale alberato nel corso del tempo. Iniziare a sostituire oggi gli alberi in condizioni più critiche, proseguendo in modo progressivo, permetterà di garantire al tempo stesso condizioni di maggiore sicurezza assieme alla presenza stabile di un viale alberato. È, perciò, ragionevole provvedere alla sostituzione degli alberi in un arco di tempo non superiore a 15-20 anni, così da rimpiazzare dal 5 al 6,7% di alberi/anno. Il tutto può essere programmato in accordo con i vivaisti in modo che essi possano pianificare la produzione e fornire piante già pronte e di dimensioni progressivamente maggiori, in modo da garantire una certa uniformità dimensionale delle piante che saranno messe a dimora.

Sostituzione totale, scelta di forte impatto. Potrebbe anche essere presa in considerazione la possibilità di rimuovere interamente un’alberatura per ricrearne una con alberi di elevata qualità e gestiti in modo tecnicamente ed economicamente sostenibile che, al contempo, garantiscano la sicurezza del cittadino. La sostituzione completa consente di avere piante coeve e omogenee. È chiaro che questa scelta sottintende alcune decisioni politicamente “forti” e, forse, impopolari. Infatti dovranno essere prese quando gli alberi sono vecchi, malati o danneggiati, ma ancora di elevato valore affettivo per i cittadini e quando l’impatto emotivo per una loro rimozione è rilevante. Purtroppo, talvolta è necessario effettuare queste scelte per contribuire allo sviluppo di città sostenibili usando gli alberi nella maniera migliore per migliorare la qualità dell’aria e dell’acqua, ridurre i costi energetici e, allo stesso tempo, fornire habitat migliori per l’uomo e per la conservazione delle specie animali.

Una sfida futura. Molte città sono già riccamente provviste di aree alberate. La sfida è prendere questa dotazione, proteggerla, gestirla e arricchirla ulteriormente per creare un patrimonio da passare alle future generazioni di cittadini. Esempi già esistono in varie parti d’Europa e da questi è possibile trarre ispirazione, senza dimenticare la possibilità offerte dall'innovazione tecnica. Un verde urbano di buona qualità non si produce per caso: un'oculata pianificazione e un’altrettanto attenta progettazione sono necessarie per assicurare che gli alberi posti nelle aree verdi urbane, nei parchi e lungo la viabilità stradale urbana ed extraurbana migliorino il paesaggio urbano e forniscano servizi che incoraggino le persone a utilizzare le aree alberate come parte della loro vita quotidiana. Per questo esse dovranno essere accoglienti, sicure, attraenti e promuovere una quanto più ampia possibile varietà di usi. E magari resteranno stabili anche dopo la prima forte pioggia.