L'elezione del nuovo presidente USA mette in dubbio la stipula dell'accordo commerciale tra USA e Europa.

Dopo le ultime elezioni americane, con l’arrivo del nuovo Presidente degli USA (che ha de sempre manifestato forti posizioni protezionistiche), forse i negoziati del TTIP subiranno una battuta d’arresto, ma abbiamo ben capito cosa sono esattamente?
L’Unione europea rappresenta sicuramente un mercato interessante, infatti:
- ci sono oltre 500 milioni di consumatori,
- è il più grande mercato unico al mondo, con proprie normative e regolamentazioni,
- ha un quadro di investimenti (per le imprese) sicuro e legalizzato (forse il più grande del mondo).
Per tutte queste buone ragioni i grandi paesi del mondo hanno molto a cuore, i negoziati con l’Unione europea. Ad esempio, nei giorni scorsi ha fatto scalpore la notizia dell’accordo saltato con il Canada (chiamato CETA). Il TTIP (Transatlantic Trade Investments Partnership) invece, se mai approvato, potrebbe costituire il primo partenariato transatlantico sul commercio e gli investimenti con gli Stati Uniti d’America.
Ma cosa contiene? I negoziati, avviati nel 2013, si basano sulla discussione di tre filoni principali:
- apertura degli USA alle imprese dell'UE,
- riduzione degli oneri amministrativi per le imprese esportatrici,
- definizione di nuove norme per rendere più agevole ed equo esportare, importare e investire oltreoceano.
Tra coloro che sostengono il TTIP, gli impatti più importanti attesi riguardano:
- il rilancio dell’ economia dell’UE,
- una risposta concreta alle situazioni di conflitto in prossimità delle frontiere europee (vedi tensioni con Putin),
- contribuire ad influenzare le regole del commercio mondiale
- avviare un processo di diffusione dei valori comunitari in tutto il mondo.
I cittadini chiedono chiarezza e trasparenza affinché i prodotti importati nell’UE rispettino standard elevati e sicuri, proteggendo la salute e la sicurezza dei cittadini e dell'ambiente.
Numerosi sono anche i movimenti e le critiche verso questo negoziato, ad esempio viene spesso richiamato il rischio che, con la deregolamentazione che il TTIP produrrà, possa esserci la perdita di gran parte del made in Italy e comunque dei prodotti a marchio di qualità, frutto di anni e anni di regolamentazione UE (DOP, IGP, STG).
Il processo negoziale che prevede il coinvolgimento di parti politiche (Parlamento europeo, imprese e sindacati) e sociali ( consumatori), ha subito già a settembre 2016 qualche “intoppo”, ora dobbiamo solo aspettare cosa si deciderà dall’altra arte dell’Oceano. Trump permettendo.
FONTI
http://ec.europa.eu/trade/policy/in-focus/ttip/about-ttip/index_it.htm
http://it.ibtimes.com/