Il cerambice delle drupacee è stato ritrovato in diversi comuni della penisola. Capace di arrecare ingenti danni, risulta fortunatamente in via di eradicazione.
Aromia bungii è un coleottero cerambicide originario della zona Paleartica sud orientale e dell’area Orientale ed è inserito nella lista EPPO A1. Nel suo areale di origine gli ospiti principali sono rappresentati da Prunus armeniaca e P. persica. Altri ospiti confermati sono Prunus americana, P. domestica domestica, P. grayana, P. japonica, P. mume, P. pseudocerasus, P. salicina e P. yedoensis. In Italia l’insetto è stato ritrovato su Prunus avium e P. cerasifera, mentre in Germania si segnala come specie aggredita anche Prunus domestica institia. Occasionalmente ne viene registrata la presenza anche su Diospyros spp. e su Punica Granatum.
Ecologia e morfologia. La biologia di A. bungii è ancora oggetto di studio. Il coleottero vive in foreste, aree urbane e frutteti. Il suo ciclo di vita va dai 2 ai 4 anni, a seconda della latitudine e delle condizioni climatiche. Il suo periodo di volo si estende da marzo ad agosto, con il picco da metà maggio a metà luglio. Depone le uova nelle fessure della corteccia presenti nella parte bassa dei fusti o sulle grandi ramificazioni. Sono state osservate delle deposizioni di uova anche sulle cicatrici d’innesto di giovani esemplari, con un diametro inferiore ai 6 cm; in condizioni di laboratorio le femmine depongono tra le 91 e le 734 uova, che risultano biancastre e lunghe 6-7 mm.
Dopo la schiusa le larve mature di
A. bungii raggiungono dimensioni di 38-50 mm. Il corpo è bianco con punte nerastre e presentano degli abbozzi di mandibole. Il protorace evidenzia una caratteristica striscia rossastra irregolare e simmetrica sul davanti. La forma di questa striscia è specifica e risulta utile ai fini dell’identificazione. Le larve scavano gallerie sotto la corteccia espellendo il legname roso almeno una volta al giorno durante il loro periodo di attività. Le gallerie completate possono arrivare anche a raggiungere 60 cm di lunghezza. Le larve e le pupe agli ultimi stadi possono restare quiescenti per molti mesi anche dopo l’eventuale taglio della pianta, ma non è ancora accertato se riescono a compiere la metamorfosi in adulti. Le radici sono gli unici organi vegetali che sembrano esenti dagli attacchi. Gli adulti mostrano un comportamento diurno e vivono per 15-20 giorni. La loro lunghezza va da 23 a 37 mm. Le antenne sono molto più lunghe del corpo nei maschi e lunghe quanto il corpo nelle femmine. La forma dell’adulto è tipica e facilmente riconoscibile, con elitre nere lucide e prototorace rosso brillante. Ne esiste una varietà cromatica interamente nera lucida denominata
cyanicornis.
Diffusione e impatto. La principale via di introduzione per l’insetto nella regione EPPO è probabilmente il trasporto di imballaggi in legno, occasionalmente sembra muoversi per trasporto accidentale anche su altre merci. In assenza di informazioni specifiche sulle effettive capacità di volo di questi esemplari, si considera la sua capacità di diffusione naturale simile a quella di
Anoplophora glabripennis, anche se, probabilmente
A. bungii riesce a coprire distanze maggiori, a causa del suo comportamento alimentare basato quasi esclusivamente sul Prunus, ovvero un raggruppamento di piante meno diffuso rispetto ai possibili ospiti di Anoplophora.
L’impatto economico dell’insetto è rilevante soprattutto in Cina su albicocche, peschi e susini, arrivando a interessare anche la produzione di legname da ciliegio selvatico. I recenti focolai italiani hanno dimostrato come l’insetto sia capace di portare a morte piante di 20-30 anni di età in un periodo di tempo estremamente breve. Il danno è causato dalle larve che si annidano nel fusto, scavando gallerie nel cambio che bloccano la circolazione della linfa, necrotizzando i tessuti interessati. La presenza massiccia dell’insetto provoca un’ampia mortalità. I primi alberi ad essere colpiti sono generalmente quelli malati o stressati, ma in Italia l’insetto ha attaccato anche piante giovani in perfette condizioni di salute.
Nel 2014 è stato inserito nella lista EPPO A1, quella degli organismi da quarantena. Le piante di Prunus dovrebbero quindi provenire da aree esenti. I prodotti in legno di Prunus dovrebbero provenire da aree esenti oppure essere sottoposti a trattamento termico.
La situazione italiana. In Italia, l’insetto è stato rinvenuto per la prima volta in Campania (provincia di Napoli) nel 2012 su Prunus spp. e sono state immediatamente attivate tutte le misure fitosanitarie necessarie. Nel 2018, il parassita è stato trovato anche sull'isola di Procida (provincia di Napoli). Durante il 2018 è stata condotta un’indagine ufficiale che ha coinvolto aree pubbliche e private. Questa ha portato alla scoperta di 210 piante di Prunus colpite in 13 Comuni diversi, ma nessun esemplare adulto è stato catturato dalle trappole predisposte. Tutti gli alberi infestati sono stati distrutti.
Nel 2013, A. bungii è stato rilevato anche in Lombardia su due esemplari adulti situati accanto al moncone di un tronco di pesco abbattuto. Anche in questa regione è stata condotta un’indagine, dalla quale sono risultate colpite 19 piante in 3 Comuni, prontamente distrutte.
Al momento il fitofago in Italia risulta presente solo in alcune parti dello Stato, ed è in via di eradicazione.
Si ringrazia per le foto dell'insetto il Dott. Agr. Raffaele Griffo, Responsabile Fitosanitario della Regione Campania.