Un fungo antagonista che mostra diversi effetti benefici. Una breve introduzione al suo utilizzo in vari settori applicativi
Molti anni di ricerche. Circa 70 anni fa furono effettuate le prime osservazioni sulle proprietà di Trichoderma spp. come agente di disturbo degli altri funghi, come produttore di antibiotici e come agente di controllo biologico. L’interesse verso questo fungo è cresciuto parallelamente alle ricerche sui suoi meccanismi di azione e sul suo possibile utilizzo. Procedendo nelle scoperte è stato osservato come questo genere di funghi sia capace di migliorare la crescita e la produttività delle piante e, fattore di primario interesse, di avere la capacità di sopprimere diversi agenti di malattia presenti nel terreno. Questo effetto antagonista si esprime sia attraverso il meccanismo della competizione spaziale e per i nutrienti (Trichoderma è molto vitale e presenta una crescita più veloce rispetto alla maggior parte dei funghi patogeni), sia per la capacità del fungo di produrre enzimi extracellulari (come la cellulasi) con effetto antimicotico.
Questi importanti elementi sono però accompagnati da una elevata variabilità genetica del Trichoderma, strettamente connessa all’aspetto della specificità nella colonizzazione delle radici delle piante e nell’attacco ai funghi bersaglio. All'inizio degli anni '90 gli scienziati hanno dimostrato che le miscele di enzimi che si ipotizzavano essere utilizzabili per il biocontrollo erano in realtà molto complesse e hanno proceduto a un isolamento e sequenziamento dei geni responsabili della loro produzione. Gli enzimi rilevati all’interno di miscele di prodotti del Trichoderma risultavano avere un effetto significativo sui funghi, come quelli chitinolitici o quelli glucanolitici. I geni codificanti sono stati inseriti nelle piante tramite tecniche di ingegneria genetica ed è stato ottenuto l’effetto di ottenere piante che presentassero resistenza a una serie di patogeni radicali. Una serie di ricerche successive ha inoltre permesso lo sviluppo di numerosi formulati commerciali utilizzabili in agricoltura; oggi i preparati a base di Trichoderma rappresentano infatti una delle migliori alternative ai fungicidi di sintesi.
La relazione con le piante. La comprensione del controllo del micoparassitismo è aumentata molto negli ultimi anni. È ormai noto che il Trichoderma riesce a percepire la presenza di altri funghi nelle sue vicinanze e di conseguenza accrescersi nella loro direzione. È stato inoltre osservato come l’attivazione dei geni per la produzione della chitinasi avvenga addirittura prima del contatto fisico con un patogeno, fenomeno che spiega la rapidità di azione dei formulati a base di Trichoderma.
Una ricerca molto importante condotta su mais all’inizio degli anni 2000 ha dimostrato molteplici proprietà di questo fungo antagonista come:
- Controllo dei patogeni fogliari e fogliari (induzione di resistenza e controllo diretto mediante attacco degli agenti di malattia);
- Cambiamenti nella composizione della microflora sulle radici;
- Maggiore assorbimento di nutrienti, incluso l’azoto;
- Solubilizzazione migliorata dei sali nel suolo;
- Maggior sviluppo radicale;
- Maggior volume del capillizio radicale;
- Radicazione più profonda.
È al momento ancora argomento di discussione un aspetto non secondario, ovvero la diversa risposta delle specie vegetali a questo agente di biocontrollo. Tuttavia è dimostrato che Trichoderma risulta attivo su una vasta gamma di specie e quindi si può ipotizzare che la risposta in crescita sia influenzata debolmente dalla genetica delle piante. È invece fondamentale studiare la risposta derivata dalla genetica del patogeno, il maggior elemento limitante della funzionalità dei preparati commerciali. È raro infatti che un Trichoderma riesca a colpire una vasta gamma di funghi (anche se risultano comunque attivi su varie specie) facendo pensare che esistano dinamiche specifiche capaci di influenzare l’efficacia dei prodotti in commercio.
Utilizzi alternativi. Il Trichoderma non è però solamente un prodotto per l’agricoltura. Viene infatti sperimentato con successo come coadiuvante nei processi di fitorimediazione. Alcune ricerche dimostrano infatti che il salice Salix eriocephala, aumenta la sua efficacia nell’asportazione di metalli pesanti del terreno in combinazione con ceppi di Trichoderma, favorendo quindi l’applicazione di questo fungo anche in settori non specificamente agricoli.
L’agricoltura resta comunque il segmento di mercato di riferimento per la commercializzazione di questi formulati. Per l’agricoltore iniziare a utilizzare questo agente di biocontrollo in sostituzione dei fungicidi di sintesi significa migliorare le sue conoscenze pratiche e applicative dei formulati e iniziare a pensare la coltivazione con un approccio nuovo, che integra le buone pratiche agricole con l’innovazione tecnologica, favorendo l’avvicinamento dell’azienda alla piena sostenibilità ambientale.
Per approfondire
Ebbs, S., Bushey, J., Poston, S., Kosma, D., Samiotakis, M., and Dzombak, D. 2003. Transport and metabolism of free cyanide and iron cyanide complexes by willow. Plant Cell Environ. 269:1467-1478.
Harman, G. E. 2000. Myths and dogmas of biocontrol. Changes in perceptions derived from research on Trichoderma harzianum T-22. Plant Dis. 84:377-393.
Harman, G. E., Petzoldt, R., Comis, A., and Chen, J. 2004. Interactions between Trichoderma harzianum strain T22 and maize inbred line Mo17 and effects of this interaction on diseases caused by Pythium ultimum and Colletotrichum graminicola. Phytopathology 94:147-153.
Harman, G. E. 2006. Overview of Mechanisms and Uses of Trichoderma spp. Phytopathology, 96(2), 190-194.