Gli imenotteri galligeni dannosi per gli Eucalyptos sono molti. Iniziamo la loro trattazione con uno dei più conosciuti
Da ormai un decennio è conclamata la presenza di imenotteri galligeni su piante di eucalipto. Ophelimus maskelli è, probabilmente, uno dei più conosciuti e diffusi.
Il cinipide Ophelimus maskelli è un parassita che infetta molte specie del genere Eucalyptos.Sono imenotteri appartenenti alla famiglia degli Eulofidi e comprendono circa 50 specie di piccoli insetti che si sviluppano a spese dell'eucalipto. Ophelimus maskelli (Gahan) è stato descritto nel 1922 come Rhicnopeltella eucalypti ed è stato trasferito al genere Ophelimus da Boucek nel 1988. Non è stato mai osservato in Australia nonostante sia la sua origine più probabile. Dal 1987 è stata riscontrata la presenza dell’insetto su numerose specie di ospiti appartenenti al genere Eucalyptus. Le osservazioni si sono sempre più intensificate fino al 1990, anno in cui si sono verificate importanti infestazioni in Nuova Zelanda.
Individuazione. Nel 2000, in Toscana, viene per la prima volta osservata la presenza dell'insetto in Italia (Arzone & Alma); da quel momento numerosi focolai sono stati individuati in diverse regioni mediterranee, principalmente in Campania.
Dal 2003 sono iniziati degli studi volti a individuare eventuali antagonisti naturali presenti nel suo luogo d'origine. Nel 2006 il parassitoide Closterocerus viene introdotto in Sardegna per effettuare uno studio dal quale emerge che dopo cinque mesi dal rilascio, questo riesce a coprire la quasi totalità del territorio oggetto dell'attacco di O. maskelli mostrando spiccata specificità, elevata capacità di paratissizzazione e una buona efficienza nella dispersione.
Descrizione. Ophelimus maskelli è una specie che causa gravi danni all'eucalipto in Nuova Zelanda, Iran, Marocco, Italia, Kenya e Uganda. Il suo ciclo di vita è stato studiato in varie occasioni. Viene mostrato nella letteratura che gli adulti depongono le uova nei rami terminali, all'inserzione del picciolo, sulle foglie o sulla lamina sottostante l'epidermide. Le uova si presentano tondeggianti, bianche e semitrasparenti. Le larve sono piccole, bianche e senza appendici; si trovano come pupe all'interno delle galle. Quando le uova sono depositate sulla superficie fogliare le galle risultano svilupparsi separatamente le une dalle altre.
Quando le uova sono deposte sui rami giovani o sulle nervature le galle possono diventare responsabili anche della distruzione del cambio.
Le galle su Eucalipto sono piccole e lenticolari e riescono a superare le barriere della lamina fogliare.
O. maskelli ha una lunghezza che può arrivare a 1,5 mm, di colore nero con riflessi rossastri sul torace del solito colore delle zampe, esclusa la tibia che si presenta più chiara. Le antenne sono corte con clava molto sviluppata e triarticolata. Il corpo è molto robusto e presenta una scultura reticolare. Il meccanismo di riproduzione sembra essere per partenogenesi telitoca. Il picco di presenza di galle si osserva quando la popolazione dell'insetto risulta essere un terzo del suo massimo. Le larve crescono fino a riempire interamente le cavità dalle quali poi si formano le galle con presenza di tessuti senescenti. Gli adulti vivono dai cinque ai dieci giorni e le femmine riescono a deporre fino a 350 uova.
Danni e controllo. La defogliazione e il disseccamento dei rami terminali sono i primi danni che compaiono sulle piante. Lo sfruttamento dei tessuti fotosintetici da parte del parassita induce il riorientamento dei materiali nutritivi da processi normali di crescita verso la formazione di galle (Rohfritsh, 1992). Sebbene non siano state ancora scoperte differenze morfologiche tra O. maskelli prelevati da diverse specie e varietà di Eucalipto, è probabile che queste popolazioni rappresentino diversi biotipi o specie criptiche.
Una delle poche pubblicazioni scientifiche al riguardo è stata condotta nel 2000 dalla New Zealand Plant Protection Society. Un certo numero di eucalipti di specie diverse sono stati allevati in contenitore in condizioni standard per un intero ciclo vegetativo evitando qualunque trattamento fitosanitario. Nella primavera successiva alla piantagione gli alberi sono stati posti in gabbie isolate nelle quali sono state introdotte le femmine del parassita. Dopo diverse settimane ogni pianta è stata rimossa e analizzata ricercando la presenza dell'insetto e la grandezza delle galle.
Risulta che le galle impiegano circa tre mesi per raggiungere il massimo di dimensioni e massa (3-4 mm per ~10 mg) e si osserva la sovrapposizione di almeno due generazioni in un anno.
Prove di controllo. Due studi sperimentali condotti nel 1990 e nel 1996 mettono in evidenza come O. maskelli riesca a compromettere sia piante giovani che piante adulte.
Quando questi insetti non incontrano impedimenti all'accesso alla linfa la loro longevità risulta aumentata; si passa da una media vitale di 4,7 giorni a 9,7.
Durante gli esperimenti condotti sono state osservate due specie di Aprostocetus e una di Chrysonotomyia, parassitoidi del O. maskelli.
A conclusione si può affermare che tutte le specie di Eucalyptus oggetto di sperimentazioni risultano essere ospiti adatti all'affermazione del parassita. I metodi di lotta biologica, soprattutto prevedendo l'utilizzo di parassitoidi, potrebbero rivelarsi vincenti.
Prossimamente verranno affrontati altri insetti che provocano danni similari.