Dopo aver trattato l'imenottero Ophelimus maskelli, ecco altri fitofagi dannosi per il genere Eucalyptus: Leptocybe invasa e Thaumastocoris peregrinus.
In un precedente articolo abbiamo affrontato i problemi causati dall'
imenottero Ophelimus maskell (clicca
QUI per leggere). Tale insetto, seppur ormai diffuso, non è il solo parassita del genere Eucalyptus ed è importante citare la presenza di altri due temibili fitofagi di recente diffusione anche in Italia:
Leptocybe invasa (nella foto)
e
Thaumastocoris peregrinus.
Il primo, è un piccolo imenottero galligeno arrivato in Italia nel 2000 (Bella & Lo Verde). Il suo attacco si differenzia da quello di O. maskelli per la forma, la dimensione e la posizione delle galle.
Anch'esso di origine australiana, è un piccolo insetto che raggiunge dimensioni massime di 1,2 mm, di colore marrone con riflessi metallici azzurri e verdi. Le coxae anteriori sono gialle, quelle medie e posteriori, invece, marroni. Lo scapo delle antenne si presenta giallo. L'unica osservazione di un maschio è avvenuta in Turchia. Come per O. maskelli la riproduzione avviene per partenogenesi, le larve appaiono piccole, bianche e senza appendici.
Gli attacchi avvengono dopo 1-2 settimane dal germogliamento. Le uova vengono deposte principalmente sulle nervature, all'inserzione dei piccioli e dei piccoli rametti.
Sono stati osservati diversi stadi di sviluppo delle galle su E. camalulensis in Israele (TPCP, 2005).
Il primo sintomo è la comparsa di un tessuto ispessito in corrispondenza del punto di inserimento dell'uovo, si nota un principio di viraggio di colore dal verde verso il rosa e un allargamento della cicatrice.
La galla si ingrandisce e raggiunge la sua dimensione massima di circa 2,7 mm, il passaggio dal verde al rosa è totale pur senza la perdita di lucentezza. Questa viene meno al momento del passaggio delle galle al colore rosso scuro che indica l'ultima fase di sviluppo, seguita dalla creazione di fori che permettono la fuoriuscita degli adulti. Sono state osservate due o tre generazioni sovrapposte in un anno in Iran, Israele e Turchia (Mendel et al., 2004).
I danni riguardano la perdita della dominanza apicale, ritardo e arresto della crescita. Le piante più suscettibili sembrano essere quelle al di sotto dei due anni di età, ma non è assolutamente escluso lo sviluppo di focolai anche in popolamenti adulti.
Il controllo deve basarsi su un attento monitoraggio delle piantagioni e si effettua in vivaio con l'utilizzo di insetticidi sistemici. Un metodo sempre valido consiste nella rimozione e nella successiva combustione delle parti infette. Si deve, inoltre, cercare di evitare la piantagione di cloni particolarmente sensibili. Diversi piani di screening volti alla selezione di specie resistenti sono in corso in varie parti del mondo, ad oggi senza risultati accettabili.
La presenza di diverse specie antagoniste in Australia ha permesso l'avvio di sperimentazioni sull'utilizzo di Aprostocetus, Quadrastichus (Eulophidae) e Megastigmus (Torymidae) come mezzo di lotta biologica. Recentemente, in Israele, sono stati introdotti Mendeli Quadrastichus e Selitrichodes kryceri, al fine di verificare la loro efficacia nell'ambito della lotta biologica.
Da sottolineare l'importanza che assumono i controlli sulle spedizioni di piante, principale mezzo di diffusione di insetti fitofagi.
Thaumastocoris peregrinus. Un ulteriore fitofago che vive a spese dell'eucalipto è il Thaumastocoris peregrinus, appartenente all’ordine dei Rincoti oi. Emitter Anch'esso originario dell’Australia, viene rinvenuto in Italia per la prima volta nel 2011, nei pressi di Roma. La sua presenza sul territorio è, ad oggi, ancora oggetto d'indagine, pertanto non possono essere forniti dati precisi.
Le piante aggredite da T. peregrinus vengono interessate da una evidente alterazione del colore del fogliame derivata dai danni dell'apparato pungente succhiante del fitomizo. Su Eucaliptus grandis si osservano variazioni sul bronzeo, su Eucaliptus camaldulensis argentee. Le forti infestazioni possono portare a gravi defogliazioni, deperimento dei rami, senescenza precoce e morte della pianta. L'attacco di T. peregrinus favorisce anche l'aggressione di altri insetti avvantaggiati dall'indebolimento della pianta, principalmente xilofagi come Phoracantha recurva.
Gli adulti sono di colore marrone chiaro e hanno un corpo appiattito lungo fino a 5 mm. La testa è in genere più chiara e gli occhi pedicellati. Il terzo e il quarto segmento delle antenne sono neri, caratteristica importante per il riconoscimento. Compie il suo ciclo biologico (35 giorni) interamente sulle foglie, le caratteristiche ovature nere sono facilmente riconoscibili.
Gli adulti e le ninfe sono molto agili e capaci di movimenti veloci, non sono però ancora disponibili dati sulla loro capacità di diffusione in natura. Il mezzo di diffusione, come spesso accade, è il commercio di piante, sia su strada che per altre vie. Curioso il caso dello stato di São Paulo in Brasile, dove le infestazioni sono state registrate vicino agli aeroporti Campinas-Viracopos e di Guarulhos oltre che lungo le principali autostrade, evidenziando come l'insetto segua le stesse vie di comunicazione seguite dal commercio.
Uno studio (Noack et al., 2009) ha messo in evidenza una importante riduzione delle popolazioni del T. peregrinus sugli alberi trattati con Imidacloprid, un insetticida sistemico.
Anche per quanto riguarda T. peregrinus la strada per la limitazione della sua diffusione in Europa appare difficile. L'utilizzo di parassitoidi provenienti dal luogo di origine e controlli più stringenti sul materiale vegetale proveniente dall'Australia sembrano le uniche direzioni percorribili. Il Mymaridae Cleruchoides noackae, identificato in Australia come parassita del T.peregrinus (Lin et al., 2007) è in fase di introduzione in Africa e Brasile. Anche in Brasile sono stati individuati dei nemici naturali, tra i quali l'insetto predatore Atopozelus opsimus, che si nutre a spese di ninfe e adulti. Due funghi entomopatogeni si sono rivelati efficaci nel controllo, Beauveria bassiana e Entomophtorales (Wilcken et al., 2010). Il Mymaridae Cleruchoides noackae, identificato in Australia come parassita del T.peregrinus (Lin et al., 2007) è in fase di introduzione in Africa e Brasile.