Piantare alberi: un'azione civica

La ricerca ha evidenziato complesse reti sociali verso una gestione delle risorse naturali più matura. Molte città stanno realizzando piani audaci per apparire più verdi, sostenibili e resilienti.
Fin dai primordi della civiltà gli alberi hanno permeato l'ambiente costruito, rappresentando la resistenza della natura e ispirando speranza e riflessione. Furono piantati a fianco di villaggi, all'interno delle mura di fortini e accanto a barricate militari per significare continuità e forza. Gli alberi sono stati poi usati come recinti viventi per delimitare e proteggere la vita e la proprietà nelle zone rurali e peri-urbane per secoli e sono adesso una parte essenziale delle diverse comunità in tutto il mondo.
In Europa, migliaia di alberi sono stati piantati lungo i grandi viali di nuova costruzione di Parigi e di altre città nel 1700 e 1800 e sono stati usati per dare definizione e forma a strade, parchi e piazze, ma anche per rappresentare la risoluzione e la continuità degli imperatori, re e regine che hanno contribuito al passaggio dal concetto medievale al moderno principio della città nel XVIII-XIX secolo.

Gli alberi sono stati utilizzati all'interno dell'ambiente costruito per ragioni sia politiche, sia economiche e/o sociali, per contrassegnare la permanenza della comunità che li ha piantati, un uso che è stato particolarmente visibile nel momento in cui si sono presentate minacce. Nel contesto delle recenti catastrofi mondiali, sia naturali, sia causate dall’uomo, gli individui si sono spesso uniti insieme per piantare alberi, guardando a questa semplice azione come a un simbolo di ricostruzione e al ritrovarsi insieme con l'impegno per un futuro migliore. Allo stesso modo, il senso simbolico di speranza e di forza che gli alberi trasmettono è stato usato come mezzo per promuovere il cambiamento sociale.

Dato che gli alberi hanno sempre aggiunto un senso di continuità con l'ambiente costruito e hanno sempre rappresentato un simbolo di resistenza per le comunità, non sorprende che essi siano stati una componente importante, negli sforzi contemporanei, per rendere le città più sostenibili, anche dal punto di vista sociale.
Con la cosiddetta "città sostenibile", diventata adesso un obiettivo per molti leader di tutto il mondo, i decisori politici e i cittadini chiedono programmi che offrono modi concreti e pratici per rendere visibile il concetto di vita urbana sostenibile. In questo contesto, la sostenibilità è diventata una necessaria amenità - uno degli attributi necessari per le città per continuare ad attrarre turisti e trattenere i residenti e lavoratori.

Sulla base di questo pensiero, alcune grosse città americane da New York a Chicago a Los Angeles (ma anche Londra e altre città nei diversi continenti) si stanno sfidando l'un l'altra con piani audaci per diventare più verdi, più sostenibili e più resilienti nel minor tempo possibile. Per queste città, che possiamo considerare all’avanguardia e proiettate nel futuro, l’arboricoltura e la selvicoltura urbana sono fondamentali per la trasmissione immediata del messaggio che gli alberi e spazi verdi sono indispensabili per il nostro futuro di Homo urbanus.

Nel contesto della spinta globale per avere città "più verdi e più smart", la forestazione urbana è sempre più esplicitamente collegata con le iniziative di salute pubblica che cercano di migliorare il benessere della crescente popolazione urbana e con gli sforzi per ridurre isola di calore che determina temperature estreme in città a causa della impermeabilizzazione del suolo, della riflettanza delle superfici e dalla mancanza di movimento dell’aria.
Allo stesso modo, i problemi di qualità dell'aria e dell'acqua sono stati indicati come sfide della sostenibilità, così come la contaminazione industriale e affrontare queste singole minacce per la salute pubblica è diventata parte fondante degli sforzi di pianificazione della sostenibilità che sono messi in atto per presentare le città come luoghi sani e con un'alta qualità della vita.
Proprio come gli imperi del passato hanno cercato di convincere i residenti che la città moderna era progettata per contrastare i vasti cambiamenti culturali, i sindaci di oggi hanno il dovere di lavorare per convincere i residenti che le loro città sono o possono diventare vivibili e sane solo se tutti si impegnano e concorrono a creare un vero e proprio ecosistema urbano in cui anche la funzione sociale delle aree verdi riveste un’elevata importanza.

Piantare alberi e impegnarsi in attività “ecologiche” locali è un meccanismo attraverso il quale l'innovazione sociale sta prendendo forma nelle città ed è un dovere civico che ci riguarda tutti, non solo le Amministrazioni pubbliche, alle quali pensiamo di delegare anche ciò che dovrebbe riguardarci in prima persona.
La ricerca emergente (in particolare dalle città europee) ha rivelato le complesse reti sociali che danno origine a nuove forme di gestione delle risorse naturali e della governance urbana. Tuttavia, le implicazioni per i processi sociali derivanti dalla spinta a piantare alberi nelle città guidati da questo movimento per la sostenibilità urbana rimangono poco chiari. Come conseguenza appare invece chiaro che c'è molto da imparare dalle campagne di piantagione di alberi in atto in molte città americane e non in termini di influenza sulle azioni civili locali, sulla formazione di social network, e sulla gestione dell'ambiente urbano.

Francesco Ferrini, presidente della Scuola di Agraria dell'università di Firenze