I passi verso una gestione sostenibile del verde urbano

Quando nella progettazione sono chiari gli interessi strategici da raggiungere, diventa più facile realizzare un intervento gestibile sotto diversi aspetti

Il concetto di sostenibilità applicato al verde urbano assume diverse connotazioni: la gestione sostenibile del verde urbano è quella che è contemporaneamente valida dal punto di vista ambientale, economicamente attuabile e socialmente responsabile. Nelle aree urbane, ci focalizziamo nel sostenere i benefici netti delle piante al livello più ampio. Sosteniamo, perciò, la qualità ambientale, la conservazione delle risorse, lo sviluppo economico, la salute psicologica, l’habitat naturale e il benessere sociale. È fondamentale comprendere nella progettazione e gestione del verde quali siano gli interessi strategici a livello programmatico di piano, le esigenze effettive a livello locale, per arrivare a un intervento consapevole che tenga altresì conto delle risorse disponibili.

Il progettista e, successivamente, il gestore, devono tenere costantemente presente che le scelte effettuate hanno spesso ricadute fondamentali sui costi finali di realizzazione e di gestione dell’area verde. Essi sono chiamati a ricercare, sin dalle prime fasi di lavoro, il raggiungimento di un equilibrio efficace tra qualità, tutela ambientale ed economicità. La sostenibilità economica acquisisce, infatti, un valore aggiunto quando si coniuga alla sostenibilità ambientale e sociale. È così, ad esempio, che l’assecondamento delle dinamiche della natura consente di coniugare la tutela dell’ambiente al contenimento dei costi di realizzazione e gestione; il coinvolgimento nel percorso di progettazione dei soggetti “portatori di interessi”, quali cittadini, associazioni o imprese, consente di accogliere le esigenze locali e, nel contempo, di dare avvio a sinergie in grado di garantire l’economicità all’intervento attraverso, ad esempio, esperienze di volontariato e sponsorizzazioni.

Come più volte sottolineato l’arboricoltura e la selvicoltura urbana dovranno affrontare, nei prossimi anni, molte sfide derivanti dall’incremento demografico, dalla globalizzazione, dalla degradazione dei suoli e dagli ormai certi cambiamenti climatici. In molte aree verdi, l’inadeguatezza qualitativa delle operazioni di impianto e della mancanza di cura sono spesso causa di una mortalità eccessiva dei soggetti arborei e, di conseguenza, di un abbassamento dei benefici forniti dall’area verde stessa. Da ciò deriva la necessità di diffondere e utilizzare, nella pratica, alcune tecniche colturali e accorgimenti economicamente ed ecologicamente sostenibili, in grado di migliorare in modo determinante la qualità del verde. Appare utile analizzare alcune metodiche e specifiche tecniche che rispondano ai requisiti di sostenibilità ambientale, fattibilità economica e responsabilità sociale. Per sviluppare un’arboricoltura urbana in grado di rispondere a tali requisiti è fondamentale lavorare sul concetto di filiera di qualità, in grado di rispondere alle esigenze delle specie vegetali dall’impianto fino alla senescenza:

  • Progetto basato sull’analisi preliminare delle potenzialità del sito e sulle necessità delle specie vegetali.

  • Capitolato che indichi nel dettaglio, anche qualitativo, tutte le operazioni necessarie per valorizzare il materiale vegetale.

  • Preparazione del sito d’impianto al fine di renderlo idoneo alla vita delle piante.

  • Selezione di specie e individui idonei per la messa a dimora. A tal fine, è necessario valutarne le caratteristiche morfologiche, fisiologiche e fitosanitarie e la fitness, ovvero la capacità di una specie/individuo vegetale di fornire benefici nel sito in cui sarà messo a dimora.

  • Messa a dimora delle piante utilizzando criteri non esclusivamente basati sul ribasso dei costi.

  • Cure durante la fase di attecchimento, ovvero quella in cui i nuovi impianti sono particolarmente suscettibili a stress biotici e abiotici, volte a prevedere e anticipare i problemi tipici dell’ambiente urbano quali stress idrico, compattazione del suolo, competizione con le infestanti e vandalismo.

  • Gestione della componente vegetale volta a valorizzare la multifunzionalità delle specie vegetali anziché a ridurla drasticamente a causa di interventi giustificabili esclusivamente da scarsa competenza (es. capitozzatura).

  • Monitoraggio delle aree verdi al fine di identificare precocemente eventuali problemi imputabili a stress biotici e abiotici.

Ciò che deve essere sottolineato è che non sempre a interventi di maggiore qualità corrisponde un maggior costo e che, spesso, mediante una progettazione oculata è possibile risparmiare, in seguito, ingenti somme di denaro per quanto riguarda la gestione della componente vegetale e la manutenzione degli arredi, pavimentazioni, ecc. La selezione del materiale vegetale in vivaio, l’uso di tecniche opportune per l’impianto e la gestione dell’acqua irrigua sono tra le principali tematiche che vanno affrontate per una progettazione sostenibile ed efficace. 

 Francesco Ferrini, Presidente della Scuola di Agraria dell'Università di Firenze