Boschi di frassino a rischio: arriva un patogeno alieno

Si chiama Chalara fraxinea e ha colpito gran parte dell'est europeo. Origine, diffusione e possibilità di controllo
1930

I sintomi di ash dieback (“disseccamento del frassino”) sono stati osservati per la prima volta in Polonia ed Estonia, tra il 1992 e il 1996; tale fenomeno si è poi rapidamente diffuso, arrivando a coinvolgere 23 stati europei in soli 20 anni (Timmermann et al. 2011). Nelle aree colpite si osservano gli stessi sintomi: appassimenti e imbrunimenti fogliari, caratterizzati da abscissione precoce,disseccamenti dei getti apicali con emissione di rami epicormici e necrosi a forma di diamante all’intersezione dei rami sul fusto (Fig.1-2) (Kowalski & Holdenrieder 2008). Ad essere colpite sono sia piante giovani che mature, senza distinzione di ambiente (bosco, vivai e aree urbane) anche se solo nelle piante giovani (inferiori ai 10 anni di età) il deperimento determina una morte rapida (Schumacher, Wulf, & Leonhard, 2007).





Difficile classificazione. Inizialmente, i ricercatori europei hanno pensato che a mettere in crisi le specie del genere Fraxinus fosse stata una compartecipazione di cause: cambiamenti climatici, inquinamento o l’improvvisa aggressività di un patogeno dovuta a cambiamenti delle condizioni ambientali. Questa convinzione ha avuto credito fino al 2006 quando Kowalski ha descritto,come agente di deperimento del frassino,un nuovo patogeno, il fungo ascomicete Chalara fraxinea (Kowalski 2006). Inizialmente Chalara fraxinea sembrava essere la forma anamorfa di Hymenoschiphus albidus, conosciuto in Europa sin da 1851 come saprofita non patogeno dei rachidi delle foglie di frassino in lettiera (Kowalski & Holdenrieder 2009). Queloz et al. (2011) hanno riconosciuto però la presenza di due taxa morfologicamente molto simili: H. albidus e H. pseudoalbidus sp. nov., suggerendo una diversa origine di quest’ultimo, ciò si sommava al fatto che il pattern di diffusione geografica della malattia facesse pensare ad un organismo alieno. Studi recenti hanno confermato questa ipotesi dimostrando l’affinità genetica tra H. pseudoalbidus e un parassita di scarsa importanza di una specie giapponese di frassino, conosciuto come Lambertella albida. (Zaho et al. 2012).

Siamo quindi probabilmente di fronte all’ennesimo caso di parassita introdotto responsabile di una vera e propria invasione del nuovo ambiente ospite, basta pensare che in Polonia l’80% dei popolamenti di frassino risultano colpiti da ash dieback (Lingren 2008) o che in Lituania tra il ‘95 e il 2011 i popolamenti di F. excelsior sono passati da 50800 a 36300 ettari (Pliura, Lygis, Suchockas, & Bartkevicius, 2011).

Diffusione europea e  rischio fitasintario. Dal 2009 H. pseudoalbidus è presente anche nel nord d’Italia (Ogris et al. 2010), in Friuli Venezia Giulia, Trentino e Veneto, anche se per adesso i danni sembrano limitati (Floreancing, 2009). Tra gli ultimi Stati colpiti ci sono anche il Belgio (2009), l’Olanda (2010) e il Regno Unito (2012), dove C. fraxinea è stata trovata per la prima volta in vivaio, su materiale di probabile importazione tedesca (Forest Research, 2012); i danni provocati dal patogeno hanno indotto gli anglosassoni ad imporre norme specifiche per cui permetteranno l’importazione di frassino solo da aree dichiarate ufficialmente indenni.

Al fine di contrastare la diffusione del patogeno la EPPO (European and Mediterranean Plant Protection Organization) ha inserito Chalara fraxinea alla propria Alert List, con il fine di allertare gli NPPOs (National Plant Protection Organizations) nelle regioni EPPO del potenziale rischio fitosanitario legato a questo patogeno.

Rischi e controllo. Questo patogeno può diventare un pericolo per i nostri frassini sia in contesti boschivi che ornamentali, soprattutto nelle regioni dell’Italia settentrionale e nelle aree appenniniche, laddove il clima sia abbastanza fresco, condizione fondamentale per la sua diffusione. Le specie maggiormente suscettibili sono il frassino maggiore e il frassino ossifillo, mentre l’orniello risulta maggiormente resistente.La diffusione di questa nuova malattia potrà essere limitata se tutti gli operatori del settore, dai vivaisti ai tecnici del verde, presteranno particolare ai disseccamenti, anche se minimi, visibili sulle piante di frassino e ne daranno pronta informazione ai servizi fitopatologici regionali.


Nella foto di copoertina - Classici sintomi di C. fraxinea: a) e b) scoloramenti del rametto, c) necrosi a forma di diamante  d)macchie scure in sezione trasversale del rametto e) appassimenti dei getti apicali d)necrosi del rachide fogliare.