La coltivazione delle zone aride

Una nuova tecnologia a bassi apporti irrigui permette di produrre vegetali su terreni sabbiosi e asciutti

La coltivazione con bassi apporti irrigui operata in zone tecnicamente non coltivabili ha da sempre suscitato interesse, sia da parte della comunità scientifica che da parte di agronomi e tecnici di campo.

La trasformazione di aree desertiche o semidesertiche in campi coltivati è anche il sogno, che adesso può dirsi realizzato, di Kristian Olesen, founder della start-up norvegese Desert Control.

Questa azienda ha sviluppato, grazie a un processo di ricerca durato 8 anni, una tecnologia denominata Liquid NanoClay che pare permetta di far diventare produttivi terreni sabbiosi con bassissimi apporti idrici.

Liquid NanoClay è un mix brevettato di acqua e argilla, ottenuto senza l’utilizzo di leganti di sintesi, che può essere applicato al terreno tramite normali metodi irrigui. Il mix è capace di avvolgere i granelli di sabbia trasformandoli in strutture capaci di trattenere l’acqua e le sostanze nutritive, aumentandone quindi la fertilità e la capacità di supportare la crescita dei vegetali.

Si può affermare che tutte le strade intraprese finora per rendere possibile la coltivazione in zone aride passano da tentativi di incorporazione di materiali capaci di trattenere l’umidità nel suolo. Le particelle di argilla, per la loro stessa struttura, hanno una serie di proprietà fondamentali dal punto di vista agronomico e rappresentano forse il fattore che più guida il grado di coltivabilità del terreno.

Tra i diversi approcci finora emersi possiamo citare:

  • Miscele di sabbia e argilla: è necessario incorporare fisicamente l'argilla nel terreno, con l’utilizzo di macchinari specializzati o comunque con un largo impiego di manodopera;
  • Miscele di polimeri: questi possono potenzialmente assorbire acqua fino al 100.000% del proprio peso per brevi periodi di tempo, trattenendo l'umidità al livello delle radici delle piante. L'idea è la stessa del mescolare l'argilla nel terreno: mantenere l'umidità dove è necessaria nel terreno. I polimeri sono molto più costosi dell'argilla e affinché funzionino in modo ottimale, è necessario averli nella zona delle radici, con conseguenti problematiche dei costi della manodopera;
  • Biobaskets: in parole povere sono dei vasi biodegradabili che vengono interrati e seminati/piantati singolarmente. I costi sono elevati sia per l’acquisto che per la manodopera necessaria alla messa a dimora;
  • Biochar: con questo termine si identificano carboni ottenuti con diverse matrici utilizzati come ammendanti del suolo. È un prodotto particolarmente promettente poiché permette l’abbattimento delle emissioni in atmosfera apportando benefici a livello del ciclo del carbonio. I risultati agronomici sono notevoli, ma necessita comunque di un’applicazione mediata da macchinari.

Il fattore che più influenza le spese di questo tipo di applicazioni è sicuramente la manodopera, necessaria per incorporare i materiali nel terreno. La tecnologia Liquid NanoClay in questo è profondamente diversa, in quanto il mix è applicabile tramite una normale innaffiatura. Una prova importante di questo metodo è stata condotta negli Emirati Arabi, grazie alla quale è stato possibile operare un confronto tra terreni addizionati con Liquid NanoClay e terreni non trattati. I risultati, stando a quanto dichiarato dall’azienda, sono molto incoraggianti. I quantitativi di acqua forniti garantiscono una crescita molto maggiore degli ortaggi seminati in terreno addizionato, paragonati al controllo. Il risparmio idrico, l’ottimizzazione delle risorse, la coltivazione delle aree aride e il contrasto alla desertificazione sono solo alcuni degli argomenti che devono portare a riflettere sull’applicazione di questa tecnica, nell’ottica anche dei cambiamenti climatici globali che stanno costringendo tutti gli addetti nel settore a ripensare i metodi e le pratiche agricole fino ad oggi utilizzati.

Come è facile intuire, questo tipo di tecnologia, studiata e applicata per l’agricoltura, può mostrare i suoi effetti positivi anche nel settore paesaggistico e in senso più ampio, anche a livello ambientale. I numerosi benefici dati dalla presenza dei vegetali potrebbero ora essere offerti anche a quelle aree marginali, quali sono le zone aride, da anni sotto la lente di ingrandimento degli scienziati a causa del loro ruolo cruciale per gli equilibri ecosistemici.

Sul sito dell'azienda è possibile visionare video dimostrativi e reperire informazioni dettagliate sul funzionamento di questa nuova tecnologia.