Finanziaria: scomparsa l'idea di sgravi fiscali al verde privato

Dopo un lungo lavoro, non è stata approvata la proposta del senatore Susta per favorire l'impianto di alberi e arbusti. Compaiono, invece, i soliti aiuti al settore industriale
Grande è l’allarme che ha suscitato l’ennesimo sforamento dei livelli di guardia delle polveri sottili presenti nell’aria delle principali città italiane. Che sia stato amplificato dal summit di Parigi o, più semplicemente, che si stia acquisendo una maggior sensibilità nei confronti dell’ambiente, questo argomento ci porta a comprendere che i nodi legati ai temi ambientali stanno arrivando al pettine.
Sono state tirate in ballo caldaie vecchie,caminetti, autobus non a norma: in pratica, una serie di mancate attenzioni derivanti dalla cronica carenzadi fondi e, si sa, quando una coperta è corta si ha freddo ai piedi o alla testa.
Fra le soluzioni proposte dall’incontro avvenuto al Ministero dell’Ambiente con i Presidenti delle Regioni Italiane, è emerso un decalogo da seguire per contrastare l’inquinamento atmosferico e migliorare la qualità dell’aria. Al punto 7 si parla di “incentivare il verde”.
Finalmente qualcuno se n’è accorto! Nonostante se ne parli nei due Piani Nazionali di Settore Florovivaistico varati al MIPAAF a partire dal 2010, ci sia in Toscana una Legge Regionale che incentiva la piantagione di piante di qualità (Legge Bini Venturi), non ancora attuata per mancanza di fondi, considerare l’utilità che hanno il verde sia pubblico che privato non sembra interessare più di tanto. 

Ogni anno assistiamo, un po’ sgomenti, al varo della nuova finanziaria con incentivi che vengono dati qua e là per aiutare questo o quel settore. Il 2015 è stato un anno in cui sono accaduti fatti davvero inusuali per il comparto floro-vivaistico; tutto ha avuto inizio dal Disegno di Legge che prende il nome dal Senatore Gianluca Susta. La leggenda vuole che sua moglie abbia letto un articolo che parlava di incentivi per il verde privato su una rivista divulgativa di settore. Da questo, pare, sia partita l’idea di suggerire al marito di proporre un disegno di legge sull’argomento. Leggenda o realtà non conta, vale l’impegno che il Senatore ha messo nel portare avanti questa idea, con l’appoggio di tutto il comparto.
È stato persino organizzato un tavolo dove si sono seduti fianco a fianco le associazioni di categoria, i sindacati, alcuni fra i maggiori Distretti, tutti gli addetti ai lavori aventi voce in capitolo per sostenere il DDL, nel frattempo divenuto emendamento. Non c’è stato niente da fare, per un motivo o un altro non è passato. Abbiamo assistito, un po’ perplessi, alla nascita della nuova finanziaria con i soliti incentivi all’industria e al settore edil-cementizio. Poi arriva a fine dicembre l’alta pressione e l’italiano medio scopre cosa sono i Pm 10 e che l’aria della sua città non è poi così diversa da quella di Pechino.

Questo, come dicevo all’inizio, avviene subito dopo la conferenza di Parigi sui cambiamenti climatici e, come spesso accade, la stampa ci si tuffa a capofitto! Ora sappiamo tutto sulle polveri sottili e su cosa le provoca: un terrificante mix che contiene mezzi pubblici, riscaldamento e veicoli; ora finalmente sappiamo cosa fare! Cambiare il parco mezzi pubblici (industria), cambiare le caldaie obsolete (industria), cambiare i mezzi di trasporto privati (industria), poi qualcuno si ricorda dell’azione filtrante delle piante e allora parte un poco convinto “Dobbiamo incentivare il verde!”.
Meglio tardi che mai? Sì, invito chi ne avesse voglia a leggersi i già citati Piani Nazionali di Settore Florovivaistico che si trovano sul sito del Ministero, a leggere gli articoli scritti dal Prof. Francesco Ferrini anche su questo web-magazine sul verde pubblico e i suoi benefici. L’aspetto decisamente importante sta nel fatto che da questo, ovvero da una seria riqualificazione del territorio urbano con il verde e da incentivi per il verde pubblico, si avrebbe una ricaduta positiva, non solo per la qualità della vita nelle città ma anche per l’occupazione giovanile, per lo sviluppo di un vivaismo rinnovato (la crisi ha colpito forte) e sostenibile. Staremo a vedere, il 2016 porta con sé molte potenzialità per il nostro settore, tra le quali anche l’attenzione mondiale dovuta al convegno IFLA di Torino dove i paesaggisti di tutto il mondo si incontrano per discutere di paesaggio, ambiente, giardini. Speriamo sia un verde 2016. Un’ultima nota: di questi argomenti ne parliamo forse troppo fra addetti ai lavori e troppo poco al pubblico, cerchiamo di fare più comunicazione!

Francesco Mati è uno storico vivaista pistoiese e attuale presidente del Distretto Rurale Vivaistico Ornamentale di Pistoia.