La limacina della quercia: gravi danni in ambiente urbano

Numerose segnalazioni dell'imenottero che provoca la defogliazione soprattutto di Quercus robur. Cenni di biologia e difesa
Quest’anno sono stati registrati in diverse aree del nostro paese, soprattutto su Quercus robur ‘Fastigiata’, violenti attacchi di Caliroa varipes (Limacina o Caliroa della quercia) che hanno portato alla perdita di gran parte delle foglie già a metà luglio. La Caliroa è un imenottero diffuso in tutta l’Europa, Italia compresa. Esso vive su Betulaceae, Salicaceae e Fagaceae.

Riconoscimento. Come riportato dalla pubblicazione della Regione Emilia Romagna (clicca QUI per leggere). Il Divulgatore n° 1-2/2005 “Manuale per al gestion e ecologica di parchi e giardini” Pagg 43-55) gli adulti sono di un bel colore nero brillante, mentre le larve hanno la parte anteriore ingrossata e irregolare, di colore verde pallido, ricoperta di muco trasparente che poi scompare nell’ultima muta. Le larve si sviluppano a spese delle foglie.
Esse iniziano l’attività compiendo piccole erosioni a carico del parenchima della pagina inferiore, in prossimità dei punti in cui sono avvenute le ovideposizioni. In seguito, vivono gregarie sulla pagina inferiore delle foglie e divorano il parenchima lasciando intatte le nervature di ogni ordine dando un aspetto quasi spettrale alle foglie che rimangono sull’albero.

Cenni biologici. Le larve riescono sovente a scheletrizzare l’intera pagina fogliare e, anche se i danni arrecati raramente raggiungono livelli di significativa importanza, quando questi sono a carico di piante giovani possono ripercuotersi negativamente sull’attività vegetativa e sull’accumulo di riserve per l’anno successivo, oltre a indebolire la pianta e renderla più suscettibile ad altri fattori sia biotici che abiotici. 
Gli adulti compaiono in aprile-maggio e dopo l’accoppiamento la femmina depone le uova inserendole sotto l’ epidermide della pagina inferiore delle foglie.
Ogni foglia ospita sovente alcune decine di uova. Le larve nascono intorno alla metà di maggio e, raggiunta la maturità verso la fine del mese o ai primi di giugno, si lasciano cadere al suolo per impuparsi e dare i nuovi adulti alla fine di giugno o ai primi di luglio. Durante il restante periodo vegetativo delle piante seguono altre due generazioni con svernamento nel terreno allo stato di larva imbozzolata. Il monitoraggio viene svolto controllando il volo degli adulti (a giugno e a luglio) allo scopo di identificare il periodo di massima schiusura delle uova e quindi il momento migliore per contenere e ridurre l’attività delle larve.

Difesa. Gli interventi sono essenzialmente di tipo agronomico con l’asportazione delle parti colpite poiché non esistono prodotti specifici per questo parassita e risulta difficile intervenire con mezzi chimici in ambiente urbano. La difesa viene condotta utilizzando prodotti citotropici che bloccano l’attività larvale, tipo Clorpirifos-metile. Alcuni suggeriscono endoterapia con fitofarmaci da utilizzarsi sono specificatamente realizzati per l'uso endoterapico. Tali sostanze vengono immesse nell'albero mediante iniezioni al tronco, senza alcuna dispersione nell'ambiente, e risultano molto efficaci se eseguite nell'epoca più adeguata per colpire l’insetto.