La cocciniglia del pinastro e i problemi di pianificazione

Matsucoccus feytaudi sta provocando gravi danni ecologici. Il tutto è accentuato dalla trascuratezza di molte pinete
Abbiamo già sottolineato che molte pinete a pino marittimo sono state ridimensionate in estensione e densità di esemplari dall’aggressione della cocciniglia Matsucoccus feytaudi. Il suo diffondersi è stato visto da alcuni come una vera e propria iattura, per il pinastro ma anche, in generale, per l’ambiente. Indubbiamente i danni sono qua e là gravissimi: il crollo al suolo di pini moribondi o del tutto disseccati costituisce una vera e propria manna per gli incendiari dolosi (e un incendio in un bosco morente su terreni in pendìo equivale ad una premessa sicura di alluvione alla prima precipitazione anomala).

Problemi di pianificazione. È un dato di fatto, però, che il Matsucoccus si configura come una drastica “scopa ecologica” che fa piazza pulita di omissioni e trascuratezze della pianificazione territoriale. Se si fosse intervenuti precocemente, diradando queste pinete, quanto meno in prossimità di tracciati viari e piste di esbosco, e ponendo a dimora soprattutto corbezzoli e in subordine mirti, alaterni, filliree e altri arbusti mediterranei, alla morte dei pini superstiti un minimo di difesa del suolo sarebbe rimasta in atto.

Ciclo biologico e danni. La cocciniglia del pino marittimo è un emittero corticicolo, succhiatore di linfa.Nel passaggio dall’inverno alla primavera si svolgono gli accoppiamenti e si verifica la deposizione delle uova (nelle fessure della corteccia del pino, circa 300 uova per ogni femmina fecondata). In aprile si sviluppano le neànidi, individui giallastri atteri, inizialmente misuranti appena tre decimi di millimetro; trasportati passivamente dai venti possono spostarsi anche di qualche chilometro; giunti su un altro pino si fissano tra le placche della corteccia e infiggono lo stiletto boccale succhiatore nei tessuti conduttori dell’albero. Le neanidi statiche si accrescono e, in settembre, danno individui della linea femminile appiattiti e privi di zampe, di colore bruno-vinoso, che, in febbraio, diventeranno femmine adulte; altre, maschili, diventano proninfe mobili; queste ultime si imbozzolano e, sempre in febbraio, diventano maschi alati. Con i nuovi accoppiamenti il ciclo riprende.
Purtroppo un pino, aggredito, non dimostra sintomi di sofferenza anche per cinque anni; alla comparsa dei primi sintomi (arrossamento rapido degli aghi, specie all’estremità dei rami, produzioni di resina più o meno ingenti, crollo di rami), il decadimento è assicurato in tempi brevi.
Dove è giunto, al giorno d’oggi, il Matsucoccus feytaudi? Con le sue avanguardie ha ormai invaso la Toscana meridionale.

(Foto ARSIA Toscana)