Integrare le varie tecniche possibili per migliorare la qualità dei prodotti e le condizioni degli operatori
L’utilizzo dei nemici naturali dei parassiti delle piante è sicuramente il metodo di lotta più sostenibile per l’ambiente, concetto ripetuto più volte all’interno delle normative europee di settore. Un recente rapporto delle Nazioni Unite afferma che è possibile produrre cibo a sufficienza per sfamare una popolazione mondiale di nove miliardi con un utilizzo molto ridotto di agrofarmaci, avvalendosi di strategie integrate (IPM) e del biocontrollo.
Il controllo biologico in senso stretto (insetticidi biologici) viene svolto grazie alla produzione e distribuzione in quantità importanti di predatori, parassiti o microrganismi capaci di aggredire le specie target. Questo tipo di metodo, alternativo al controllo chimico, si presta a tutti i tipi di utilizzi, sia professionali che hobbistici.
In una nuova ricerca, gli scienziati descrivono l'importante ruolo attualmente svolto dal controllo biologico e elencano i numerosi agenti in uso. Sostengono l'importanza di questa tipologia di controllo nell'ambito dell'dell'agricoltura sostenibile e ne promovuono la diffusione.
Cenni storici ed evoluzione delle tecniche. Questa metodologia è nata nel 1880, quando il patogeno Metarhizium anisopliae, un fungo, fu usato per controllare i coleotteri del grano (Anisoplia austriaca) in Russia. Oggi è applicato nei protocolli di difesa integrata in molti settori dell'agricoltura, comprese le colture ortofrutticole, i cereali e la canna da zucchero, fino all'utilizzo sulle piante ornamentali. I ricercatori stimano che venga usato su 30 milioni di ettari in tutto il mondo. Una recente storia di successo di questa tecnica riguarda invece Almeria, in Spagna, dove i pesticidi chimici utilizzati su peperoni coltivati in serra sono stati completamente sostituiti da un acaro (Amblyseius swirskii) e da una vespa parassitoide (Eretmocerus mundus).
Il mercato degli agenti di controllo biologico è cresciuto del 15% all'anno dal 2005 e alcuni insetti sono prodotti in quantità enormi per soddisfare la forte domanda. Ad esempio, più di un miliardo di acari (Amblyseius swirskii) vengono venduti ogni settimana in Europa per la lotta a tripidi e aleurodidi nelle colture in serra e nei vivai. La messa al bando di diversi agrofarmaci convenzionali in Unione Europea è una delle ragioni per il crescente uso di questi presidi. Tuttavia, i ricercatori stimano che il mercato globale della lotta biologica corrisponda a solo 1,7 miliardi di dollari (1,45 miliardi di euro) rappresentando solo il 2% del valore del mercato dei prodotti tradizionali.
L'Europa è il più grande mercato commerciale per gli agenti di controllo biologici, in parte grazie al sostegno politico, ma anche per una certa attenzione dei consumatori. Delle circa 350 specie presenti in uso in tutto il mondo, 170 risultano disponibili in Europa. Ai diversi grandi produttori commerciali europei, si stanno affiancando anche molte piccole imprese, mentre alcuni paesi (ad esempio Cina e India) hanno unità produttive di proprietà statale.
Oltre agli insetti, anche gli agenti microbici possono essere utilizzati per combattere malattie e insetti dannosi, come ad esempio, il batterio Ampelomyces quisqualis che agisce contro l'oidio sulle uve. Almeno 209 agenti microbici sono commercialmente disponibili in tutto il mondo, secondo lo studio, per lo più prodotti da piccole e medie imprese. Tuttavia, le multinazionali agro-chimiche e molte nuove start-up stanno iniziando a entrare nel mercato dei cosiddetti biopesticidi.
Vantaggi e prospettive future. Secondo lo studio, i vantaggi dei biopesticidi rispetto ai prodotti di sintesi sono:
- Riduzione del rischio per gli operatori;
- Breve o assente tempo di carenza;
- Nessun sviluppo di resistenza;
- Nessuna tossicità;
- Emissioni di gas serra potenzialmente inferiori.
Ulteriore punto a loro favore è la quasi totale assenza di residui. In Europa esiste un livello massimo di residui che fissa i limiti della quantità di composti chimici che possono essere riscontrati sui prodotti in vendita. Gli Stati membri sono tenuti a monitorare gli alimenti per garantirne la conformità. Inoltre, i consumatori sono sempre più interessati alla sicurezza alimentare e all'impatto ambientale, pertanto i distributori potrebbero ottenere dei vantaggi dalla promozione e dalla vendita di prodotti coltivati con l’utilizzo di biopesticidi.
Secondo i ricercatori, l'adozione di queste metodologie potrebbe essere ulteriormente potenziata da alcune misure UE come:
- registrazione accelerata e prioritaria degli agenti di controllo dei parassiti a basso rischio, in linea con il principio di sostituzione;
- registrazione permanente e su scala europea nell'ambito di un protocollo condiviso;
- sovvenzionamento diretto o indiretto per i coltivatori che utilizzano biopesticidi (già utilizzato in Danimarca, Spagna, Francia e Paesi Bassi);
Non solo aspetti positivi però: la Conferenza sulla Biodiversità conferisce ai paesi diritti sovrani sulle proprie risorse genetiche, pertanto l'accesso a tali risorse, compresi gli agenti di controllo biologico, richiede un accordo tra le parti. Secondo i ricercatori, ottenere il permesso di raccogliere campioni di potenziali agenti di controllo biologico, nei paesi in cui hanno origine anche i parassiti invasivi, risulta essere difficile.
In conclusione, i ricercatori suggeriscono che l'utilizzo del controllo biologico come prima risorsa, al contrario del controllo chimico dei parassiti, potrebbe costituire parte della transizione verso una agricoltura consapevole. Usano questo termine per riferirsi a un tipo di agricoltura che si trova a metà strada tra organico e convenzionale, che rispetta l'ambiente e mantiene le risorse per le generazioni future, al contrario di un metodo che si concentra in linea esclusiva sul profitto.
Fonte: http://ec.europa.eu