La vera percezione del verde urbano

Il valore degli alberi sotto i tanti profili deve andare di pari passo con la pianificazione. E questo può aiutare il cittadino a comprendere il reale valore delle piante in città.
Le aree urbane devono e dovranno sempre più affrontare in futuro i disturbi intensi associati ai cambiamenti climatici, come le ondate di calore, gli allagamenti o addirittura le inondazioni, le tempeste di vento e un generale peggioramento della  qualità dell'aria.
Sempre più le città riconoscono l'importanza degli alberi e mettono a punto progetti per piantarli su larga scala, ma non tutti i siti sono adatti per ospitare alberi. Occorre un’attenta pianificazione degli impianti in modo che possano essere massimizzati i benefici e ottimizzati gli investimenti economici. Come ha fatto la città di New York quando ha pianificato il progetto “One Million Trees of New York”, occorre, prima di tutto, determinare dove gli alberi possono avere le migliori performances di crescita. Diventa necessario, quindi, restringere le scelte ai luoghi dove gli alberi sono socialmente desiderabili e dove è economicamente conveniente metterli a dimora. Ad esempio il tasso di disoccupazione, il basso reddito, il tasso di ospedalizzazione per asma per i bambini sotto i 14 anni sono risultati correlati con l'assenza di alberi. Da questi dati la città ha individuato 6 quartieri e li ha definiti "Alberi per la salute pubblica".
 
Tuttavia, anche se i benefici e i costi di alberi urbani sono ben documentati, poco si sa circa il rapporto complesso che esiste tra le persone e gli spazi verdi urbani. Più in particolare, in che modo i residenti di diversa estrazione culturale e socio-economica percepiscono il valore della foresta urbana? La domanda è basilare poiché la mancata considerazione delle esigenze e dei desideri dei cittadini (che sono una cosa diversa dagli abitanti) può comportare problemi sia in fase realizzativa che gestionale. Questo è particolarmente vero poiché, come dimostrano diversi esempi, la città deve dipendere dal sostegno dei cittadini e dalla loro cooperazione per garantire la sopravvivenza di giovani alberi.
 
Come indicato da Ferrini e Pisani (Ferrini F., P.L. Pisani Barbacciani, 2002. Uomo e piante, aspetti culturali, psicofisici e salutisti. Atti Conferenza Nazionale sul Verde Urbano. Accademia dei Georgofili, Firenze 9-10 ottobre), l’ambiente fisico nel quale un individuo vive, esercita profonde influenze sul suo comportamento sociale. È ormai scientificamente accertato che l’individuo reagisce alla presenza delle piante, e di quelle arboree in particolare, non solo con la semplice constatazione della loro bellezza. Un ambiente contenente vegetazione o qualsiasi altra forma di natura impiega la mente senza fatica e, allo stesso tempo, la esercita, la tranquillizza, la rivitalizza e, di conseguenza, attraverso l’influenza della mente stessa sul corpo, dà l’effetto di rinfrescare e rinvigorire l’intero sistema. Gli psicologi ambientali attribuiscono un’apparente capacità rigenerante alla natura e la definiscono come "Soft Fascination": Le scene naturali, teorizzano, sono in grado di catturare l'attenzione della gente e di “cullare” le persone in una sorta di stato ipnotico in cui i pensieri e le emozioni negative vengono superati da un senso positivo di benessere.

Anche Goethe si era accorto di questo e, ne 'Le affinità elettive' riporta una precisa descrizione dell’aspetto passionale legato alla cura del giardino: "Proviamo un tal piacere nell'occuparci di qualcosa che si sa fare solo a metà, che nessuno dovrebbe rimproverare al dilettante di esercitarsi in un'arte che non imparerà mai" (Goethe, 1808, p. 224). Godere la bellezza delle piante e i loro benefici è, in questo senso, un’attività rilassante che ci rende liberi di far fluire i nostri stati d'animo, lasciarci prendere e guidare in un mondo completamente diverso, di far finalmente uscire quel residuo di natura che ancora vive in noi.

A questo proposito Wilson, fondatore della sociobiologia, intesa come lo studio sistematico dell'evoluzione biologica del comportamento sociale, ha coniato il termine “Biofilia” definendola come "l'insieme delle connessioni che gli esseri umani subconsciamente cercano con il resto del mondo vivente". La ricerca nel settore della psicologia ambientale suggerisce che il desiderio della gente per il contatto con la natura svolge un'importante funzione adattiva, quindi di recupero psicologico. Ci sono anche evidenze che, tuttavia, suggeriscono che la percezione dell’ambiente varia in funzione dell’individuo e che la reazione può essere diversa di fronte alla stessa tipologia di verde (es. bosco urbano vs parco progettato).

Concludendo, ancora una volta, è evidente che la pianificazione delle aree verdi e la loro gestione appropriata hanno un ruolo rilevante in ogni soluzione che sia basata su metodi scientifici e che, al contempo, sia sostenibile. È ovvio che non possiamo piantare e gestire una quantità sufficiente di alberi per risolvere tutti i problemi della Terra, ma assicurarsi che gli essi siano continuamente visti e percepiti come elementi necessari per la soluzione dei suddetti problemi è una condizione critica per la qualità della vita.

Francesco Ferrini, presidente della Scuola di Agraria dell'università di Firenze