Il valore dei boschi di rovere

Con la diminuzione d’interesse per lo sfruttamento economico delle superici boschive è prevedibile una nuova espansione futura anche di questi querceti attuabile in tempi molto lunghi
1275
Numerosi sarebbero ancora gli spunti che ci offre la vegetazione italiana a livello di orizzonte superiore del Piano basale: boschi di singole caducifoglie (pensiamo alle cerrete - cenosi a Quercus cerris - di varie plaghe appenniniche, Basilicata in primis, su suoli a marcata componente argillosa), e ancora boschi misti di caducifoglie (non citate in precedenza) e rimboschimenti con conifere diverse dal pino nero (al quale si è già  accennato), come quelli a douglasia (Pseudotsuga menziesii); una trattazione obbligatoriamente sintetica non può scendere nei dettagli oltre un certo limite.
 
Per concludere il discorso sul Piano basale, dobbiamo doverosamente accennare al bosco climax dell’orizzonte superiore, quello di rovere (citato di sfuggita nel precedente contributo sugli arbusteti submontani).
Il rovere è una quercia massiccia, robusta, assai longeva, dalla scenografica ramificazione e dal potente apparato radicale. L’areale, nel complesso, è centroeuropeo, con diffusione tra i Pirenei e l’Ucraina meridionale (da ovest a est), e tra la Scandinavia meridionale e la Sicilia nord-orientale (da nord a sud). La distribuzione, comunque, va meglio precisata, data la facile ibridabilità con specie affini (in primis la roverella).
Il legno, assai pregiato, è stato utilizzato in passato per tutta una serie di impieghi, dalle costruzioni navali alle traversine ferroviarie, dalle travature alle botti: la conseguenza è che, pur trattandosi di una specie climacica, i consorzi a rovere non sono né frequenti né estesi.

Con la diminuzione d’interesse per lo sfruttamento economico dei boschi è prevedibile una nuova espansione futura anche dei querceti a rovere, attuabile in tempi molto molto lunghi (a meno che il pianificatore territoriale non decida di procedere accelerando i tempi, fatto impensabile in questo periodo di vacche non magre ma magrissime). Nell’eventualità che si voglia attuare una “festa dell’albero” (pensiamo soprattutto a scuole ubicate nell’entroterra), si ricordi che il rovere predilige stazioni a clima temperato, caratterizzato da una buona umidità atmosferica e suoli sufficientemente spessi, ben permeabili, a pH acido.