Economia circolare e bioeconomia

Le nuove strategie di valorizzazione dei prodotti di scarto in una ricerca tedesca. Molti i punti di forza ma permangono alcune criticità
Nel passaggio verso un'economia circolare, in cui le risorse sono mantenute in uso il più a lungo possibile per ridurre al minimo gli sprechi, mostra un grande potenziale la bioeconomia. Questo termine identifica quelle attività economiche legate all’utilizzo di risorse rinnovabili, che coinvolgono modelli di business e pratiche innovative.
Il settore bio-based, o bioeconomia, è uno dei più ricchi di risorse in Europa, strettamente connesso al concetto di circolarità. Tuttavia, ad oggi, ci sono stati solo pochi studi accademici che hanno esaminato la relazione tra bioeconomia ed economia circolare, al fine di comprendere le vere potenzialità del settore.

Per esplorare come le economie bio e circolari potrebbero condividere un percorso integrato e sostenibile, un nuovo studio tedesco ha valutato le prospettive delle industrie del settore nell’UE, con particolare attenzione a quelle con sede in Germania. L’economia circolare è entrata nel dibattito pubblico tedesco negli anni ’80 (molto prima che nel resto d’Europa) e questo Paese è infatti uno dei pochi che ha sviluppato politiche attive di sostegno alla bioeconomia.
I ricercatori hanno analizzato 45 documenti relativi all'economia circolare, pubblicati dagli stakeholder coinvolti con la bioeconomia - come ad esempio coloro che si occupano di bioplastiche e compost - e hanno osservato discussioni in occasione di eventi pubblici.
Le parti interessate comprendevano associazioni di imprese, reti e singole società operanti in Germania o in tutta l'UE, oltre ad associazioni di categoria e decisori politici.
L'analisi ha rivelato percezioni diverse, ma i ricercatori hanno notato alcuni punti focali attorno ai quali ruota l’importanza del settore.

Gli stakeholder aziendali enfatizzano generalmente le pratiche di re-making, o "rimaterializzazione", nell'economia circolare - in particolare il riciclaggio e il downcycling, ma mostrano scarsa considerazione per le metodologie meno consolidate che sono però importanti nell’economia circolare.
Queste includono strategie sociali e organizzative, come ad esempio i modelli di business che prevedono la condivisione del prodotto e il leasing, capaci di ridurre l'utilizzo delle risorse.
Le strategie di dematerializzazione, ovvero quelle che riducono la quantità di materiale in un prodotto, mantenendone inalterata la funzionalità, sono molto meno considerate in favore degli approcci di rimaterializzazione.  
I ricercatori affermano però che queste strategie poco esplorate, possono offrire grandi risultati e hanno un forte potenziale di innovazione per le imprese, nel passaggio verso un'economia circolare.
Lo studio indica anche che lo sviluppo dell'economia circolare potrebbe evidenziare differenze sostanziali nei singoli stati UE.
Le aziende tedesche considerano la mancanza di materie prime secondarie come principale ostacolo all'economia circolare. Tuttavia, questo problema non viene rilevato dalle parti a livello europeo.

Permangono alcune perplessità verso gli aspetti più controversi, come la produzione di biomateriali. Questi cicli produttivi potrebbero infatti diminuire le emissioni di carbonio in atmosfera ma potrebbero allo stesso tempo generare problemi a livello di utilizzo del suolo.