Accordo di Parigi per il clima: quali sono i vantaggi?

I benefici di un’atmosfera meno inquinata coprono ampiamente i costi delle politiche per il clima. I risultati di una recente ricerca
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Il quadro attuale. Grazie all’Accordo di Parigi del dicembre 2015 sui cambiamenti climatici 195 paesi hanno adottato una strategia giuridicamente vincolante sul tema. Prima e durante la conferenza di Parigi, i paesi hanno presentato piani nazionali di azione per il clima completi (NDCs - Nationally Determined Contributions). A quattro anni dall’Accordo, un gruppo di ricercatori ha quantificato l’impatto globale di queste azioni dimostrando che queste hanno il potenziale per ridurre in modo sostanziale l’inquinamento atmosferico nel pianeta e apportare benefici per la salute umana e per l’agricoltura. Uno dei dati più significativi indica che circa 99.000 decessi prematuri potrebbero essere evitati grazie a queste misure. Questi benefici potrebbero quindi compensare i costi delle politiche climatiche ma è necessaria una prospettiva politica integrata finalizzata a massimizzare i benefici delle azioni nazionali per il clima e la salute. Il fine dichiarato di tali politiche è la limitazione dei cambiamenti climatici e passa necessariamente attraverso la riduzione dell’inquinamento atmosferico, generando una serie di positività collaterali.
Ad esempio, l’inquinamento atmosferico è associato all’insorgenza di asma e cancro ai polmoni oltre a numerose altre malattie cardiovascolari e circolatorie. Nel 2016 l’inquinamento dell’aria è risultato responsabile di un numero tra i 5,6 e i 6,6 milioni di morti premature. Questo senza considerare anche l’impatto per l’agricoltura: l’ozono a livello del suolo influisce negativamente sulla crescita delle piante, minando la produttività

Il rispetto degli obiettivi. Questo recente studio ha quantificato l'impatto della piena applicazione dei NDC in termini di miglioramento della qualità dell'aria e i suoi benefici per la salute umana e l'agricoltura. I ricercatori hanno combinato numerosi dati su modelli di emissioni, climatici, di sistemi energetici e di impatto degli inquinanti sull’atmosfera e sull’economia. In questo modo sono stati in grado di valutare la mortalità e la morbilità (la frequenza di una malattia) su scala regionale e globale, oltre a osservare i vantaggi di una qualità dell’aria più elevata sul settore agricolo.
Nel complesso, i risultati suggeriscono che i piani nazionali potrebbero produrre vantaggi significativi per tutte le categorie analizzate (mortalità, morbilità e agricoltura) e che questi vantaggi riescono a compensare i costi delle politiche. Gli impegni implicano un probabile aumento globale della temperatura media di 2,5–3,2 °C. Se questi obiettivi verranno rispettati, potrebbero impedire tra le 71.000 e le 99.000 morti premature ogni anno nel 2030. Se venissero implementate misure più ambiziose (auspicate dall’Accordo di Parigi), ovvero limitare l’innalzamento delle temperature all’interno dei 2 °C, il numero di decessi evitati aumenterebbe a 178.000-346.000 nel 2030 per arrivare tra gli 0,7 e 1,5 milioni nel 2050.
Questi risultati forniscono un notevole supporto per l'ambiziosa azione per il clima dimostrando che i vantaggi di avere aria più pulita controbilanciano i costi sostenuti per ottenerla. Per massimizzare i risultati è necessaria una prospettiva politica integrata e di lungo termine, sinergica anche per gli altri obiettivi di sostenibilità (Sustainable Development Goals) proposti dalle Nazioni Unite riguardo la salute, il clima e le energie rinnovabili.

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