L'utilizzo di corretti principi agronomici ed ecologici nella progettazione di queste opere porta benefici sotto molti aspetti, compresa la sicurezza per i viaggiatori.
Nella nostra società moderna la maggioranza delle persone compie i propri spostamenti in automobile. Sebbene la sicurezza e l'efficienza del sistema stradale sia di primaria importanza, la qualità e il carattere della vegetazione stradale e autostradale contribuiscono notevolmente al piacere di guida e anche alla sua sicurezza.
Per decenni, a partire dagli anni ’50, quando la rete autostradale iniziò a diffondersi in tutto il territorio del nostro Paese (la prima autostrada fu la Milano-Laghi, inaugurata nel 1924), la progettazione di queste infrastrutture, destinate a modificare in maniera sensibile e talvolta decisiva l'aspetto paesaggistico e le connotazioni socio-economiche e culturali dei siti attraversati, ha utilizzato tecniche sempre più avanzate dal punto di vista costruttivo, ma quasi mai ha tenuto nella dovuta considerazione e, di conseguenza, valutato attentamente, le trasformazioni indotte dal loro inserimento nel territorio.
Una delle poche eccezioni è stata, negli anni ’60, l’Autostrada del Brennero, il cui “inserimento paesaggistico” fu affidato a Porcinai quando, però, il progetto era già concluso ed erano già stati avviati alcuni appalti. Questa incuranza degli effetti ambientali è prevalsa in quanto non esisteva, e non esiste ancora, un'adeguata attenzione culturale al fenomeno (e, nel passato neanche una normativa specifica che prescrivesse i criteri ambientali di progettazione di queste infrastrutture). Ciò ha determinato la realizzazione di infrastrutture che, seppure necessarie allo sviluppo del Paese, hanno causato autentici scempi con alterazioni praticamente insanabili in territori dotati di patrimonio naturale e/o storico-paesaggistico degno di tutela.
Negli anni recenti è andata, seppure faticosamente, maturando una maggiore attenzione dell'opinione pubblica, dei tecnici e degli amministratori nei confronti del problema dell'impatto ambientale delle strade e, sulla base delle esperienze dei paesi più avanzati, si stanno lentamente (molto) imponendo nuovi modelli culturali che assegnano un ruolo significativo alla valutazione dell'impatto ambientale nella progettazione delle opere stradali.
Una progettazione dell’infrastruttura che valuti l’impatto sul paesaggio e che, in qualche modo, ne favorisca il suo inserimento nello stesso, concorre a rendere più piacevole il viaggio. La vegetazione autostradale ben gestita può anche determinare una più forte presa di coscienza collettiva, la costruzione di un orgoglio di appartenenza regionale e svolgere un ruolo forte di sostegno nel settore del turismo e dello sviluppo economico locale.
Quando la pianificazione e la progettazione avvengono secondo corretti principi agronomici ed ecologici, la vegetazione può anche contribuire a preservare la natura dei luoghi, alla creazione di punti di passaggio preferenziali per la conservazione della biodiversità, e ridurre al minimo i requisiti di gestione e la manutenzione ordinaria.
La pianificazione dei paesaggi lungo le autostrade e le strade di grande circolazione deve perciò essere parte integrante di tutti i progetti di design stradali e deve iniziare con le fasi iniziali della progettazione. Tenere conto fin dall'inizio dei benefici non solo estetici offerti dalla vegetazione massimizza le opportunità per avere soluzioni efficienti, attraenti ed economicamente sostenibili e in sintonia con l'ingegneria stradale e con la successiva manutenzione.
L'evoluzione delle forme, colori e modelli di vegetazione lungo la strada sono gli stimoli visivi più comuni e significativi per i viaggiatori. Paesaggi lungo la strada adeguatamente progettati e mantenuti aggiungono piacere al viaggio e contribuiscono, nel contempo, a mantenere più elevata l’attenzione dei conducenti.