Superkilen: in Danimarca un parco unico al mondo

Una strada per superare le diversità nella condivisione degli spazi pubblici
Nørrebro è uno dei quartieri più problematici di Copenaghen. Dal 1980 le sue strade sono state teatro di diversi scontri. La violenza tra polizia e manifestanti, è stata mossa da diverse questioni, che vanno dall'adesione della Danimarca all'Unione Europea allo sgombero di un centro culturale occupato. Le immagini delle violenze sono rimaste impresse nella mente dei danesi, contribuendo in tal modo alla stigmatizzazione del quartiere. Oltre a questi eventi, la vita quotidiana di Nørrebro è in gran parte determinata dalle sfide poste dall'enorme diversità culturale dei suoi settantamila abitanti che provengono da più di sessanta paesi diversi. Turchi, pakistani, bosniaci, somali e albanesi condividono un contesto urbano in cui piccole case private coesistono con blocchi di edilizia popolare, bar, scuole pubbliche e strade secondarie nascoste e poco utilizzate.

Il quartiere. Una delle aree più critiche è rappresentata da una striscia di terra di circa ottocento metri di lunghezza che, inutilizzata da diversi decenni, corre in direzione nord-sud, tagliando il tessuto urbano del quartiere. Una volta che la linea ferroviaria, che in precedenza affiancava la strada, è stata smantellata, questa terra è diventata abbandonata ed è stata conquistata dalla vegetazione.
Nel 2008, il Consiglio Comunale di Copenaghen ha unito le forze con un'associazione di imprese immobiliari impegnandosi in un progetto senza scopo di lucro, allo scopo di trasformare la fisionomia delle aree edificate. Sono riusciti a raccogliere una somma di quasi otto milioni di euro per trasformare lo spazio abbandonato in un parco chiamato "Superkilen" (Grande Cuneo). L'intervento mira a considerare la diversità culturale del quartiere non solo come un punto di partenza, ma anche come una qualità da celebrare: un fattore che ha ispirato la progettazione di tutti gli spazi del parco e ha portato i residenti locali e i loro riferimenti etnici, culturali e linguistici a essere protagonisti della riqualificazione.
 
Diversità come valore aggiunto. Al fine di raggiungere questo obiettivo, è stato necessario sviluppare il progetto come un dialogo aperto, una creazione collettiva. Molto importante è stato il lavoro multidisciplinare congiunto di architetti, paesaggisti e artisti. Il nuovo parco ha l'ambizione di ispirare molte altre città, ponendosi come esempio concreto di sviluppo multiculturale dei quartieri.
Il "Superkilen" è stato progettato come una esposizione mondiale di elementi di arredo urbano, di comfort e servizi, di installazioni d'arte e specie di piante provenienti da tutto il mondo. Molte di queste componenti sono state suggerite dagli stessi residenti. Oltre a dare l'aspetto estetico allo spazio, la grande maggioranza di questi elementi apporta anche funzionalmente il proprio contributo. Molti oggetti sono stati importati dai loro paesi d'origine e, quando questo si è rivelato impossibile, sono stati prodotti come copie esatte.

Le varie aree.
Un percorso per pedoni e ciclisti si snoda da un capo all'altro del parco attraverso le sue tre sezioni principali.
Il terzo più meridionale, è occupato da una "Piazza Rossa", coperto da uno strato di asfalto nei toni del rosso, rosa e arancio. Questa sezione si distingue per la sua abbondanza di installazioni artistiche con i riferimenti culturali più vari come, per esempio, la parete dedicata al presidente cileno Salvador Allende, il sistema audio con musica giamaicana, tavole dalla Piazza Rossa di Mosca e insegne al neon in russo e cinese. Gli alberi, tra cui un ciliegio giapponese e un acero riccio, sono sparsi qua e là tra panchine iraniane, cubane e svizzere, altalene indonesiane, cestini britannici e paletti dipinti con la bandiera del Ghana.
La parte centrale del parco, il "mercato nero", è il più costruito. Le uniche piante qui sono un gruppo di palme cinesi (Trachycarpus fortunei). Questa sezione è ricoperta di asfalto nero decorato con linee bianche sinuose. La sua caratteristica più importante è una grande fontana marocchina, che funge da punto di incontro.
La parte settentrionale è la più grande del parco ha rispettato il desiderio dei residenti di un quartiere più verde. Si estende per Tagensvejdues e si chiama "Green Park". Tutto questo camminamento è verde, dalle grandi aiuole erbose, ai cedri del libano e ai larici dell'Europa centrale.
"Superkilen" è un parco che corre rischi estetici e di accettazione, secondo i canoni comuni, visto lo stile postmoderno. La gratuità col quale è stato portato avanti il progetto definisce però la bontà dello stesso. Ricreare luoghi lontani, esotici non è certo una novità nelle tradizioni del giardinaggio e della paesaggistica. Qui, però, gli elementi esotici contribuiscono a portare gli utenti più vicino a ricordi che sono ormai lontani o, a seconda del punto di vista, aiutano i cittadini a crearsi una nuova casa, lontana dalle loro origini.

Invece di perpetuare l'immagine di una Danimarca omogenea, asettica e priva di singolarità, il parco è una celebrazione cosmopolita della ricchezza prodotta per miscela ed un'ulteriore dimostrazione di come i parchi e il verde, non apportano solo miglioramenti estetici e ambientali alle aree urbane, ma sono elementi fondamentali per la costruzione di una socialità sana e attiva.
 
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