Piante e salute: l'importanza della Horticultural therapy

La disciplina che unisce uomo e vegetali sta assumendo sempre più importanza come terapia di sostegno alla disabilità e nella cura e per la prevenzione di malattie legate al vivere moderno

Le molte sfaccettature delle relazioni che esistono tra le piante e gli esseri umani hanno giocato, e giocano ancora, un ruolo fondamentale per lo sviluppo della nostra civiltà. Questo ruolo va oltre gli aspetti produttivi, coinvolgendo altri settori scientifici come l'antropologia, l'etnobotanica, la geografia, l'arte e le scienze ambientali e, soprattutto, quelli dei campi delle scienze sociali come la psicologia e la sociologia. 

Riferimenti dal passato. La comprensione delle risposte psicologiche, fisiologiche e sociali delle persone nei confronti delle piante può, infatti, essere un valido strumento per il miglioramento delle condizioni fisiche e psicologiche, sia di singoli individui, sia di intere comunità. A questo proposito ci sono alcuni riferimenti nella letteratura nella letteratura del passato, ma lo studio scientifico di questi aspetti di fondamentale importanza ha stimolato l'interesse di numerosi ricercatori a partire dagli anni ’70 nel mondo anglosassone e, molto più recentemente e in maniera sporadica, nel nostro Paese. Molte referenze scientifiche sono quindi giunte soprattutto dai paesi anglosassoni e dagli Stati Uniti, producendo, di conseguenza, una bibliografia sostanziale. I primi riferimenti sull'uso della coltivazione delle piante come terapia per le persone disabili sono stati trovati in un monastero irlandese e risalgono al 1300. Solo sporadiche informazioni possono essere reperite riguardo a questa argomento nei secoli successivi, fino alla fine del 1700, quando Benjamin Rush, il padre della psichiatria americana, scrisse che lavorare il terreno aveva un effetto benefico sulla salute mentale. Alcuni report sono stati pubblicati nel secolo successivo, ma la pubblicazione su larga scala dei primi libri su questo argomento è iniziata nel secondo decennio del XX secolo.

Terapia contro i traumi e riabilitazione. Allo stesso tempo, programmi specifici sono stati istituiti (con criteri scientifici) per la riabilitazione di persone affette da traumi fisici e psichici (soprattutto legati alla Seconda Guerra Mondiale e le epidemie che hanno devastato l'umanità nella prima metà del secolo, si pensi all’encefalite letargica), le quali manifestavano un miglioramento delle loro condizioni a seguito del contatto e dell’interazione con le piante. Nel 1950, la Michigan State University istituì un master in Horticultural Therapy (HT) e nello stesso periodo la Federazione Nazionale dei Garden Club iniziò un programma di volontariato negli ospedali, che vedeva coinvolti pazienti a lungo termine in attività di giardinaggio. Nel 1971, la Kansas State University offrì il primo corso di laurea in Horticultural Therapy e, nel 1973, fu fondata l'American Horticultural Therapy Association (AHTA). Gli obiettivi di questa associazione sono quelli di promuovere lo sviluppo, negli Stati Uniti e all'estero, dell'orticoltura (nell’accezione inglese del termine, in cui “horticulture” si riferisce a tutte le attività connesse con le piante, comprese quelle arboree) e di tutte le attività a essa collegate, come mezzo terapeutico e riabilitativo, al fine di aumentare la capacità degli "hort-therapists" e per migliorare i risultati di programmi che utilizzano la coltivazione delle piante come terapia di supporto. Sono state date diverse definizioni di Horticultural Therapy.

Il contatto con la natura diventa fondamentale. La definizione più semplice di Horticultural Therapy è forse la "riabilitazione attraverso il contatto con la natura". Dobbiamo sottolineare le differenze che esistono tra le attività di giardinaggio e HT che, anche se solo per quanto riguarda una questione di punti di vista e particolari, appaiono importanti. Mentre il giardinaggio può migliorare il benessere della comunità o gruppi di persone che vivono nello stesso ambiente e condividere interessi diversi, HT riguarda le interazioni tra essere umano e vegetali in un modo molto più intimo: il suo obiettivo primario è quello di promuovere la salute individuale dei pazienti mentre le piante diventano, in questo modo, solo un “sottoprodotto” del processo di riabilitazione. Alcuni autori includono questa disciplina nella più ampia disciplina del "Socio-orticoltura", che studia, utilizzando un approccio multi-disciplinare, i rapporti tra "orticoltura" e gli esseri umani (singoli o a gruppi) e l'applicazione dei risultati della ricerca per migliorare la qualità della vita e preservare l'ambiente locale. Si può dedurre che HT non sia una disciplina nuova.

Non solo per malati e disabili. La sua particolarità è che può essere applicata in una vasta gamma di contesti: a casa, in giardini pubblici o privati, in spazi verdi o in strutture per la coltivazione di piante connesse a ospedali, cliniche di riabilitazione e ospizi. Si ha quindi una grande flessibilità e, probabilmente, il suo più significativo effetto terapeutico risiede nel fatto che essa può essere una cura preventiva e una terapia di supporto per il trattamento medico tradizionale, contribuendo alla valorizzazione armonica delle potenzialità residue e a una personalità dei pazienti strutturalmente più definita. Le persone che possono trarre beneficio dalla condivisione delle attività di "giardinaggio" o dalla semplice vista di piante e paesaggi, hanno bisogno di particolari adattamenti, perché questo possa accadere. I campi di applicazione di questa disciplina sono, quindi, poliedrici, e con interconnessioni frequenti; va sottolineato che la ortoterapia, anche se nata e utilizzata principalmente come strumento per integrare e supportare le terapie esistenti per il trattamento e la prevenzione della salute mentale, può essere considerata, in generale, come una forma di terapia rivolta al miglioramento di benessere fisico e psicologico delle persone. Come tale, essa non deve essere utilizzata esclusivamente per persone malate o disabili.

Attività per comprendere lo scorrere del tempo. In conclusione possiamo sostenere che il mondo che cambia così rapidamente non risparmia la salute dell'uomo, in modo da rendere necessario un drastico cambio di direzione nel tradizionale atteggiamento con cui ci consideriamo. Lo sviluppo di nuovi o alternative terapie per patologie legate alle avversità degli stili di vita e ai comportamenti (lavori sedentari e spesso stressanti, attività fisica inadeguata, alimentazione scorretta, abuso di sostanze e dipendenze) tipici dei paeeiindustrializzati acquisisce, dunque, primaria importanza. Vi è l'ipotesi, inoltre, che le misure di prevenzione adottate durante la fase adolescenziale e poi in quella adulta possano migliorare le prospettive di una vita sana in età avanzata. Da questo punto di vista, le attività connesse alla coltivazione unite alla scienza e all'arte assieme a alla visita degli ambienti in cui le piante sono l'elemento dominante, hanno dimostrato di possedere effetti terapeutici per molte persone. Dall'essere intorno alle piante, osservando la loro crescita, l'uomo acquisisce una comprensione della vita e dei ritmi che lo mantengono.

(Questo articolo è stato tratto dalla seguente pubblicazione: F. FERRINI, 2003. Horticultural therapy and its effect on people health. Advances in Horticultural Science, 17 (2):77-87)