Berberis, genere rustico ed elegante

Che siano decidue o sempreverdi, vengono apprezzate per i colori del legno e delle foglie. Tante proprietà mediche e caratteristiche ornamentali

Il genere Berberis comprende circa 400-500 specie diffuse allo stato spontaneo in gran parte dell'Europa, in Africa, Asia e, per naturalizzazione, in Nordamerica. In linea generale sono piante arbustive spinose, a legno giallastro e foglie persistenti o, più frequentemente, decidue, alterne, semplici, usualmente glabre, accompagnate da spine di origine fogliare. I fiori in racemi allungati o alquanto ombrelliformi, sono pedicellati ed hanno un calice di sei sepali con 2-3 bratteole all'esterno. La corolla è composta di 6-8 petali. I frutti sono bacche ovate o allungate, raramente subsferiche, acidule, contenenti uno o più semi di forma oblunga.

Caratteristiche ornamentali. Le specie di Berberis sono usate in floricoltura per ottenere siepi che compensano della loro scarsa regolarità con una bella e spesso profumata fioritura primaverile (più o meno precoce a seconda della specie) e con il fogliame molto ornamentale, specialmente in autunno quando si manifestano pregevoli colorazioni rosso-amaranto; pure decorativi sono i frutti per la vivace tinta rossa o blu scuro, quasi nero. Il contrasto delle foglie con i fiori è notevole, perché la massa fogliare prende, secondo le specie e le cv, colorazioni diverse, dal verde intenso al rosso cupo, ma anche rosso violaceo. La chioma è interessante fino al tardo autunno, quando il fogliame della maggior parte dei Berberis cambia colore e compaiono le bacche succulente. Alcune specie come B. darwinii e l’asiatica B. julianae sono sempreverdi per cui sono adatte per la costituzione di siepi. Altre come il crespino (B. vulgaris) e la maggior parte delle specie giapponesi e asiatiche, sono decidue, molto resistenti al freddo e quindi adatte per i giardini rocciosi delle zone prealpine, ma anche per bordure e siepi nelle zone di pianura a clima continentale. Non esiste situazione dove un Berberis non possa comparire. Anche sui terrazzi, coltivato in vaso, dà risultati di una certa eleganza; appare suggeribile il loro uso tutte le volte che si ritiene necessario portare un po’ di colore in una situazione monocromatica o di verde persistente.

Sempreverdi o caducifoglie. Usi particolari di questa specie sono quelli alimentari (Berberis vulgaris o crespino, barberry in inglese), produzione di colori, medicinali. A fronte dei notevoli pregi ornamentali e industriali è tuttavia da rilevare un grosso inconveniente che ha limitato la diffusione e talvolta ha addirittura causato la distruzione delle siepi di Berberis; queste piante rappresentano, infatti, l'ospite secondario della ruggine del grano (Puccinia graminis). Le specie sempreverdi vegetano sia al sole, sia all'ombra e si si piantano nei periodi di clima mite tra il settembre e l'aprile. Le varietà decidue non si colorano se non sono coltivate in pieno sole e  si piantano invece nei periodi di tempo buono dall'ottobre al marzo. Sopportano qualsiasi tipo di terreno anche calcareo. Per formare siepi la distanza è di 30-40 cm tra pianta e pianta; per piante da lasciare crescere in forma libera la distanza e di 50-80 cm. Dopo la messa a dimora, è consigliabile tagliare i rami per un quarto della loro lunghezza, per favorire l'accestimento del cespuglio. L’apparato radicale dei Berberis è la parte che richiede più attenzione. È piuttosto delicato e va maneggiato in modo corretto. Per es. è preferibile scegliere piante in vaso e, in ogni caso, evitare gli esemplari a radice nuda o che presentano la zolla danneggiata da una frettolosa estirpazione.

Coltivazione. Le specie appartenenti a questo genere non presentano grossi problemi di coltivazione, se non quello di irrigare abbondantemente nei primi mesi dopo il trapianto (specialmente quando le piante sono messe a dimora in primavera), il cui successo può essere incrementato facendo ricorso a una pacciamatura con torba o terriccio alla base delle piante. Sono in genere piante molto rustiche (unica eccezione B. buxifolia, che non resiste agli inverni molto freddi). Il terreno non deve essere arricchito con fertilizzanti particolari al momento dell’impianto: in ogni caso un terreno tendenzialmente acido darà risultati migliori.Per quanto riguarda la potatura i Berberis sono piante che, nella maggior parte dei casi, non hanno bisogno di interventi di regolazione della forma o di contenimento. Quindi potare ad anni alterni diventa una regola corretta da applicare. Qualche accorgimento deve essere, tuttavia, mantenuto: le specie sempreverdi vanno potate dopo la fioritura, a scapito della consueta produzione di bacche; le specie e le varietà decidue vanno potate a fine estate. Quando è necessario rinnovare, almeno in parte, la vegetazione dei Berberis, si eliminano i rami più vecchi con evidenti segni di sofferenza, specie se esterni al cespuglio. Eliminarli alla base dà nuova vigoria alla pianta. Nel compiere interventi di potatura, soprattutto gli arbusti più sviluppati, è necessario proteggere le mani e il corpo dal contatto con le spine.
Tutte le specie si possono riprodurre da seme, all'aperto in novembre. Le talee semilegnose si possono prelevare da luglio a settembre; le talee di legno maturo si prelevano da ottobre a dicembre, dagli arbusti decidui. I risultati ottenuti da varie ricerche dimostrano un’elevata variabilità che appare essere funzione della specie, cultivar e tipo di materiale prelevato. Alcuni ecotipi selezionati sono anche propagati tramite innesto in serra. Per B. thunbergii ‘Atropurpurea’ risultati promettenti sono stati anche ottenuti con la micropropagazione.


In copertina: particolare di Berberis vulgaris, Foto di Teun Spaans