La conservazione degli ecosistemi tropicali deve essere considerata prioritaria nella lotta per la salvaguardia del pianeta
La deforestazione rappresenta la seconda fonte antropica di anidride carbonica in atmosfera. Mentre sappiamo che le emissioni annue di carbonio derivate dalla combustione di combustibili fossili sono in continuo aumento dal 1960, non si conoscono i trend storici della deforestazione e delle emissioni di carbonio associate. Utilizzando vari dati e diversi metodi, studi recenti stimano che la deforestazione nei tropici rappresenta un valore tra 0,6 e 2,0 Pg C yr-1 emesso in atmosfera nel 1980, 0,9-2,2 Pg C yr-1 nel 1990, e 0,8-2,9 Pg C yr-1 negli anni 2000. L'ampia gamma di stime delle emissioni è dovuta all'elevata incertezza nella quantificazione del tasso di deforestazione, nelle differenze nella definizione della pratica e la metodologia utilizzata per stimare l'intensità di emissione.
Difficoltà nel reperimento dei dati. La Food and Agriculture Organization delle Nazioni Unite (FAO) fornisce un aggiornamento periodico sulle variazioni nette della zona e della biomassa delle foreste di tutto il mondo a intervalli di 5 o 10 anni sulla base delle relazioni dei paesi, con l'analisi supplementare del campione satellitare. Utilizzare informazioni che provengono da diversi paesi è necessario, da un certo punto di vista, e le risultanti statistiche nazionali sono state ampiamente utilizzate in numerose applicazioni scientifiche. Tuttavia, le limitazioni della Global Forest Resource Assessment della FAO sono discusse anche in letteratura, in primo luogo riguardo la mancanza di coerenza interna a causa delle diverse definizioni di bosco tra i paesi e l'utilizzo di intervalli di tempo diversi.
Di conseguenza la segnalazione del cambiamento superficie forestale come del cambiamento d'uso del suolo non riflette le conseguenze biofisiche della trasformazione della superficie terrestre.
Le osservazioni satellitari forniscono un'alternativa per stimare il tasso di deforestazione in modo coerente.
Sempre attraverso i satelliti possono essere compiute osservazioni riguardo l'aumento o la diminuzione di biomassa, che serve per quantificare i cambiamenti delle quantità di carbonio delle foreste. Diversi studi rivelano chiaramente l'eterogeneità spaziale delle emissioni e del cambiamento di copertura del suolo attraverso i confini ecologici e/o politici. Tuttavia, una stima media delle emissioni su un intervallo di 5 o 10 anni, simile ai rapporti della FAO, non abbraccia i necessari dettagli temporali per scoprire le tendenze storiche. Questo perché i tassi di cambio della copertura forestale possono variare sensibilmente di anno in anno.
Molteplicità dei driver di cambiamento. Quantificare le tendenze e la variabilità temporale delle emissioni di carbonio derivate dalla deforestazione è importante per una serie di motivi. In primo luogo, si potrebbero spiegare le variabilità inter-annuali di concentrazione di CO2 atmosferica. In secondo luogo, la tendenza della deforestazione è fondamentale per comprendere le sue complesse e mutevoli cause. Ad esempio, la crescente deforestazione tra il 2001 e il 2004 nell'Amazzonia brasiliana è legata all'andamento del prezzo internazionale della soia. In ultimo, conoscere la tendenza e la variabilità delle emissioni storiche probabilmente potrebbe avere una certa influenza sulle politiche di riduzione delle emissioni da deforestazione e degrado forestale (REDD + reduce emissions from deforestation and forest degradation).
Nuove scoperte. L'obiettivo di uno studio statunitense è quello di quantificare la deforestazione annuale e le emissioni di carbonio legate ad essa, utilizzando i dati satellitari in serie temporali. L'area in esame è il bacino amazzonico, che occupa circa il 40% del Sud America. Più del 60% del bacino si trova in Brasile e il resto in Bolivia, Colombia, Ecuador, Guyana Francese, Guyana, Perù, Suriname e Venezuela. La maggior parte è coperta da foreste pluviali ad elevata copertura, che forniscono l'habitat per una vasta gamma di specie vegetali e animali. La questione ambientale più stringente in questa regione è la perdita diffusa delle foreste incontaminate, che minaccia la biodiversità terrestre e altera il clima regionale e globale.
Per questo studio, il termine foresta si riferisce ad un'area di almeno 0,09 ettari coperta dal 25% o più da alberi di almeno 5 m di altezza. La deforestazione è definita come la riduzione della copertura di almeno il 25%. Sono poi stati combinati i tassi di disboscamento con un dataset della biomassa forestale.
Tra il 2000 e il 2010 si sono persi 15,9 milioni di ettari di foreste, il 2,9% dell'intero bacino, principalmente in Brasile. Sono state osservate sensibili diminuzioni dopo il 2006 soprattutto nell'area occidentale e meridionale del bacino.
La quota di emissioni direttamente imputabile alla deforestazione è di 1,81 Pg di C. Evidente la correlazione con la situazione brasiliana, responsabile del 79% delle emissioni totali.
Leggere la deforestazione in termini di emissioni di carbonio aiuta ad avere una misura del pericolo per l'ecosistema tropicale e per tutto il Pianeta, vista la fondamentale importanza di questo polmone verde per la produzione di ossigeno a livello globale.