Arboricoltura urbana: un premio a un italiano come spunto per migliorare

Il giovane Alessio Fini dell'università di Firenze ha ricevuto un riconoscimento prezioso. Considerazioni per capire i passi fatti dal settore nel mondo
Gli spunti nascono dai fatti accaduti. La consegna dell' Early Career Scientist Award ad Alessio Fini,  giovane ricercatore italiano premiato a Milwakee dall'ISA (International Society of Arborcolture) ci offre la possibilità per alcune riflessioni “estive” su un tema importante non solo per i tecnici del settore, ma anche per i nostri decisori politici.

L’Arboricoltura e Selvicoltura urbana si stanno sviluppando a ritmo costante in tutto il mondo: l'attività frenetica delle metropoli contemporanee e le periferie sparse sono molto distanti dal ritmo lento della vita e dal carattere prevalentemente rurale di solo 50-60 anni fa. Di conseguenza è crescente la necessità di ristabilire una connessione, anche piccole, con la natura, con cui abbiamo un intenso rapporto ancestrale; è forte la necessità di alberi maturi e della messa a dimora di piante, per migliorare l'ambiente grazie alle riconosciute funzioni che essi svolgono, e di preservare e proteggere gli alberi monumentali presenti nelle nelle nostre aree urbane: una risorsa turistica e una riserva di biodiversità non solo vegetale, spesso non sufficientemente valorizzata.

Quello che accadrà nei prossimi 10-15 anni - sarà ovviamente di grande interesse per l’homo technologicus. I cosiddetti paesi in via di sviluppo giocano e giocheranno un ruolo sempre più importante, dato che le loro grandi città stanno crescendo molto più velocemente e spesso in modo meno sostenibile rispetto ai paesi più sviluppati anche se, occorre dirlo, esistono casi diametralmente opposti, in cui le nuove città o gli ampliamenti di quelle esistenti sono pianificati, progettati, realizzati e gestiti secondo i principi di massima sostenibilità e dell’””impatto zero”.

Altri fattori, come gli aspetti socio-economici e giuridici, il recupero delle aree degradate, il ruolo delle aree verdi nella mitigazione dell'inquinamento urbano, sono certamente importanti e dovranno avere un ruolo primario nelle scelte pianificatorie e gestionali delle città.
Le recenti conferenze internazionali sull’Arboricoltura e Selvicoltura urbana tenutesi in diverse parti del mondo e l'aumento del numero di articoli pubblicati su questi temi sottolineano i vantaggi, ma anche le problematiche (in primis la stabilità), legati alla presenza degli alberi nelle aree urbane e hanno innalzato la consapevolezza tra i decisori politici sull’arboricoltura e selvicoltura urbana e il loro ruolo nello sviluppo di città sane e sostenibili.

Pianificare e progettare per un’arboricoltura sostenibile rappresenta il miglior sistema per garantire l’efficienza a lungo termine dell'ecosistema urbano, soprattutto se associato alla vitalità economica, alla giustizia sociale e all'equità per i cittadini. Anche se l'importanza delle aree verdi urbane è riconosciuta a livello mondiale come tematica di estrema importanza, il termine "arboricoltura sostenibile" è spesso usato liberamente e in maniera generale come etichetta, marchio o icona per renderlo accettabile alle diverse parti interessate e nei diversi ambienti. All’interno del verde urbano  per sostenibilità si intende la capacità di valorizzare l’ambiente cittadino in quanto “elemento distintivo” del territorio, garantendo al contempo la tutela e il rinnovamento delle risorse naturali e del patrimonio arboreo.

Vi è, quindi, è una forte necessità di avviare o di proseguire progetti di ricerca in tutti i diversi contesti e sui diversi argomenti per raccogliere quante più informazioni possibili al fine di massimizzare i benefici apportati dagli alberi e ridurre i rischi legati alla loro presenza.
Indipendentemente da come sarà il futuro, l’International Society of Arboriculture e la Società Italiana di Arboricoltura, che ne rappresenta il Chapter italiano, sono posizionate a livello internazionale e lo saranno sempre più negli anni a venire per creare “il valore aggiunto dell’albero” nelle situazioni favorevoli, ma anche in quelle meno propizie.

Ecco perchè assume un’importanza rilevante il recente riconoscimento assegnato al Dr Alessio Fini, PhD e ricercatore presso il Dipartimento di Scienze delle Produzioni Agroalimentari e dell’Ambiente di Firenze che è stato insignito dell’Early Career Scientist Award. Il premio è riservato ai giovani ricercatori che si distinguono per le eccezionali qualità e per l'elevato potenziale di diventare scienziati riconosciuti a livello internazionale nel settore dell'arboricoltura urbana. I destinatari devono dimostrare 1) un alto livello delle ricerche e un'integrità in tutti gli aspetti del loro lavoro, 2) una dedizione all'arboricoltura e alla forestazione urbana 3)  potenzialità alla produzione di risultati di importanza rilevante per lo sviluppo del settore.
"Sappiamo tutti sono gli alberi, ovviamente - e certamente quello che appaiono, come vivono, le diverse dimensioni a cui possono arrivare, quanto possono vivere e quanto velocemente o lentamente crescono - sappiamo tutto degli alberi-Hah! Che nullità pompose possiamo essere a volte noi umani! "
 
Questo è ciò che diceva Russ Kinne guardando alle persone che pensano di sapere tutto o che pretendono di sapere. È invece solo con grande umiltà e con i sacrifici che si possono raggiungere traguardi internazionali di grande prestigio. Sempre ascoltando, osservando e interrogandosi continuamente sulle proprie scelte. Non esistono verità assolute che definiscano la realtà quando si parla di essere viventi. Di conseguenza, non esiste in definitiva alcuna autorità per decidere se un’azione, un intervento, un’affermazione, siano giusti o sbagliati. Questa concezione è semplicemente un’“etica situazionale” nella sua massima espressione. Solo confrontandosi con gli altri e ascoltando le diverse opinioni, anche se sbagliate, si può crescere. Del resto Socrate ci ha insegnato che “la verità emerge dal dialogo. L’unica certezza è rappresentata dalla necessità di discutere”.