Agricoltura: riduzione delle emissioni di ammoniaca

Cambiare le pratiche di fertilizzazione per aiutare l'ambiente è possibile e lo dimostra uno studio spagnolo. Una condizione importante: accettare la parziale riduzione di raccolto.
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Il 94% delle emissioni europee di ammoniaca in atmosfera, misurate nel 2011, deriva dall'attività agricola. Le principali fonti sono i fertilizzanti azotati, come l'urea sintetica, e i liquami dell'allevamento in applicazione sulle superfici agricole.
L'ammoniaca diffondendosi nell'atmosfera con un processo chiamato volatilizzazione, riduce il potenziale nutrizionale dei fertilizzanti. Può anche causare acidificazione del suolo ed eutrofizzazione. Per questo motivo, sono state adottate alcune iniziative legislative per ridurre le emissioni di ammoniaca, tra le quali sono compresi il National Emission Ceilings Directive e il Protocollo di Göteborg.

Diverse strategie sono state proposte per ridurre le emissioni di ammoniaca derivata dai fertilizzanti. Tuttavia è stato dimostrato da vari studi che queste misure sono soggette a svariate limitazioni. Per esempio, per gli agricoltori, è necessario accettare dei compromessi come la riduzione dei raccolti.
Uno studio spagnolo ha lo scopo di individuare le misure più efficaci in grado di ottimizzare l'uso dei fertilizzanti azotati a livello regionale e in tutto il paese, per ridurre al minimo le emissioni di ammoniaca, senza incorrere in riduzione dei raccolti.

La Spagna è stata selezionata per lo studio in quanto ha evidenziato il più alto incremento delle emissioni di ammoniaca in Europa tra il 1990 e il 2011, ed è il terzo più grande produttore europeo di prodotti agricoli.
I ricercatori hanno sviluppato una serie di 11 scenari di mitigazione delle emissioni azotate che comprendono diverse opzioni d'uso dei fertilizzanti e varie combinazioni per ridurne la volatilizzazione.
Tra queste: interramento del letame nel terreno ad una profondità di 10 cm (invece di deposito superficiale), incorporazione meccanica dell'urea ad una profondità 5 cm e riduzione dell'applicazione dei fertilizzanti chimici. L'impatto di questi scenari è stato modellato e messo a confronto con una situazione “di controllo”, che prevedeva pratiche standard, riferita all'anno 2008.
I risultati suggeriscono che tutti gli scenari di mitigazione riescono ad abbassare i livelli di ammoniaca, rispetto alla pratica di confronto. Incorporare il letame nel suolo riduce le emissioni nazionali di ammoniaca di oltre il 57%.
Degli 11 scenari, quattro hanno portato ad una significativa riduzione delle emissioni, mantenendo, o addirittura incrementando i raccolti rispetto alla situazione odierna. Cinque degli scenari hanno portato a rese dei raccolti ridotte.
La migliore soluzione globale, bilanciando la resa delle colture e la riduzione dell'ammoniaca, è data dalla combinazione dell'incorporazione nel terreno di letame e l'uso di fertilizzanti non sintetici. In questo caso, i raccolti risultano pari al 98% della situazione del 2008, quindi quasi uguali, mentre le emissioni di ammoniaca in calo del 84%. Esistono anche altre combinazioni che, a seconda di come sono valutate le rese, possono condurre a riduzioni nel rilascio di ammoniaca, ma anche ottenere un aumento dei rendimenti. Ad esempio, mediante l'uso di inibitori dell'ureasi (che impediscono la conversione di urea in ammoniaca) nella pratica di incorporazione del letame, si raggiunge un potenziale di riduzione del 73% in rilascio dell'ammoniaca e un aumento del 9% della resa delle colture.

Poiché i tipi di suolo e le condizioni ambientali variano tra le varie province i ricercatori hanno anche considerato gli effetti delle diverse strategie per ciascuna provincia. Applicando il tipo più efficace (non combinato) di opzione d'uso dei fertilizzanti in ogni provincia, le emissioni di ammoniaca della Spagna potrebbero ridursi del 67%.
Questo studio dimostra che riduzioni significative delle emissioni di ammoniaca potrebbero essere realizzate senza sacrificare la resa dei raccolti, contribuendo così a raggiungere il duplice obiettivo della sicurezza alimentare e della protezione ambientale.