Il pino d'Aleppo, pianta frugale e di pregio paesaggistico

Tante le caratteristiche positive del Pinus halepensis, una specie termofila e resistente ai suoli calcarei. Le problematiche legate alla sua infiammabilità
1655
Tra tutti gli alberi della nostra flora, il pino d’Aleppo (Pinus halepensis) è il più frugale, termofilo, eliofilo, xerofilo: riesce a verdeggiare anche su falesie a picco sul mare in fenditure della roccia prive, in pratica, di terreno; sopporta indenne alte temperature, forte irraggiamento solare, aridità protratta per tutta la buona stagione: ad un esemplare adulto può essere sufficiente la disponibilità di 5-6 litri di acqua al giorno; in antitesi, un platano bene sviluppato, in estate, può esigerne 5-6 quintali, da disperdere, in massima misura, per traspirazione (ogni evaporazione provoca un raffreddamento della superficie evaporante).

Resistenza su suoli calcarei. Su suoli evoluti, in piano, il pino d’Aleppo mostra un portamento eretto, una ramificazione elegante e slanciata, una chioma abbastanza densa; può superare 20 metri di altezza. Su pendii costieri inclinati, invece, il portamento diventa obliquo, la chioma ristretta e un po’ irregolare, l’altezza ridotta.
In assenza di manomissioni antropiche, dove l’ambiente non è severo per la vita la pineta a pino d’Aleppo in tempi più o meno lunghi tende ad essere sostituita dalla lecceta; su suoli pietroso-rupestri specie se a roccia madre calcarea, invece, il pino d’Aleppo, pur non costituendo un climax, è destinato a permanere per tempi lunghissimi.

Pianta di pregio ma facilmente incendiabile. Sotto il profilo estetico-paesaggistico, il pino d’Aleppo è specie di grande pregio (si pensi alle bellissime pinete dell’isola di San Domino alle Tremiti): il verdeggiare della chioma in condizioni terribili per qualunque altra specie arborea lo rende un grande ornamento delle coste mediterranee assolate e ventose. Purtroppo le doti di termofilìa, eliofilìa e xerofilìa sono legate anche ad una particolare abbondanza di resine: ne conseguono doti negative d’infiammabilità e combustibilità: anche quando il sottobosco è ridotto o assente, le pinete a pino d’Aleppo sono a gravissimo rischio di sopravvivenza se nella zona operano incendiari dolosi (non chiamiamoli “piromani”: i piromani costituiscono solo una piccola percentuale degli incendiari: approfondiremo questo argomento in seguito).
 
Foto Di Roberto Ferrari from Campogalliano (Modena), Italy - Spiaggia del Gargano (2), CC BY-SA 2.0