Organismi saproxilici e gestione forestale

Le relazioni tra le specie sono influenzate dalle condizioni ambientali e da molteplici altri fattori
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Un ambiente complesso. Il legno morto è un habitat importante e un componente strutturale fondamentale negli ecosistemi forestali. Esso fornisce riparo e nutrimento ai vari organismi, soprattutto a funghi e insetti saproxilici. I funghi sono attori ecosistemici chiave, per la loro capacità di decomporre il legno, favorendo il riciclaggio di sostanze nutritive e l'avvio di una dinamica di successione per gli artropodi saproxilici. Molti studi si sono concentrati sugli effetti della disponibilità delle risorse per le comunità di coleotteri e funghi e su come queste siano colpite dal disturbo antropico. La quantità e la qualità del legno morto hanno dimostrato di essere fondamentali per gli organismi saproxilici. L'interrelazione dei fattori e il loro impatto sulla biodiversità e sul funzionamento dell'ecosistema sono diventati importanti ambiti di ricerca nel campo delle scienze forestali.

Lo studio. Recenti scoperte indicano che i funghi che abitano il legno morto possono discriminare i vari tipi di foreste. Questo è un dato importante perché le spore dovrebbero avere una discreta capacità dispersiva e queste osservazioni potrebbero mettere in discussione i meccanismi che determinano la loro distribuzione spaziale. Potrebbe rivelarsi importante il ruolo degli artropodi come vettori delle spore visto che alcune indagini hanno indicato che gli scolitidi facilitano l'affermazione dei funghi sul legno morto. Anche se ancora poco chiaramente, sempre più studi indicano che gli insetti possono influenzare la composizione della comunità fungina. Il ruolo degli artropodi saproxilici nel processo di decomposizione del legno è il più controverso e discusso. Gli artropodi saproxilici riducono meccanicamente il legno a piccoli pezzi aumentandone la superficie libera e permettendo ai microrganismi di decomporre il materiale più facilmente. A parte il ruolo che gli artropodi giocano per la colonizzazione, anche la colonizzazione stessa potrebbe portare alla creazione di comunità diversamente strutturate che possono così influenzare la successione degli artropodi saproxilici. Altre relazioni fungo-insetto potrebbero essere ancora più complesse. Ad esempio, si ipotizza che alcune sostanze volatili prodotte dai funghi possano essere in grado di attirare le diverse specie di coleotteri, ma tali rapporti sono ancora poco studiati.

I risultati. Un nuovo lavoro pubblicato da un team tedesco, studia come gli assemblaggi di specie rispondono alle condizioni ambientali locali. Sono stati testati in particolare gli effetti della gestione forestale sulla composizione delle popolazioni fungine. Infine sono stati incrociati i dati per trovare eventuali correlazioni fra funghi e coleotteri scolitidi.
Dopo due anni di decadimento di 28 campioni di legno sono iniziate le analisi. Le trappole per la cattura degli insetti in volo installate vicino al legno morto hanno catturato 29.465 coleotteri appartenenti a 566 specie. La regione geografica è stato il fattore principale che ha determinato sia gli assemblaggi specifici dei coleotteri che quelli dei funghi. I modelli statistici utilizzati indicano che gli assemblaggi degli organismi oggetto di ricerca differiscono in base al metodo di gestione del bosco ma il principale fattore di variazione resta quello geografico. Alcune correlazioni sono state individuate tramite l'osservazione della ricorrenza della presenza contemporanea di specie fungine e di insetti, fornendo prove del rapporto mutualistico che si può instaurare tra questi esseri viventi.
Questo studio mette in evidenza come il cambiamento di anche un unico fattore ambientale possa influenzare molteplici componenti dell'ecosistema, rendendo fondamentale un approccio multidisciplinare allo studio dei fenomeni naturali.