Inquinamento marino da lubrificanti: un test sulle alghe

Una ricerca australiana ha effettuato una prova utilizzando prodotti chimici di diversa natura, dimostrando il rapporto tra sversamenti e cambiamento dell'ecosistema.
L'Antartide contiene una fauna unica che fa affidamento sul suo fragile ecosistema. Essendo un continente senza abitanti umani è considerato, erroneamente, incontaminato. Sversamenti e perdite di benzina e olii sono all'ordine del giorno e l'effettiva portata del loro impatto ancora non è del tutto chiara.
Per questo studio, dei ricercatori australiani, hanno esaminato gli effetti di due lubrificanti - un olio classico e uno commercializzato come maggiormente biodegradabile – analizzando le alghe diatomee sul fondo del mare. Queste alghe sono dei produttori primari e si situano alla base della catena alimentare; possono dare una buona indicazione del grado di influenza dei lubrificanti sull'ecosistema marino.
Il team di ricerca ha raccolto dei sedimenti non inquinati dal mare e trattandoli con tre tesi: un set è stato contaminato con il lubrificante standard, un set con quello biodegradabile e un set 'controllo' è stato mantenuto non trattato. I sedimenti sono stati contaminati con i lubrificanti fino a raggiungere una concentrazione di 4000 milligrammi per chilogrammo, per simulare i livelli rilevati negli spot antartici.
I sedimenti sono stati posti in contenitori plastici aperti, rivestiti di rete e sono stati riposizionti in mare, in una zona che non presentava inquinamento da lubrificanti. Sono rimasti lì per cinque anni e sono stati campionati dai sommozzatori dopo cinque settimane, due anni e cinque anni.

Nel tempo massimo, le concentrazioni del lubrificante standard sono diminuite del 80%, e quelle del prodotto biodegradabile dell'84%. Nonostante queste riduzioni, le diatomee hanno mostrato evidenze degli effetti tossici dei lubrificanti anche dopo cinque anni con differenze significative tra tesi di controllo e tesi contaminate che mostrano variazioni in abbondanza e diversità delle specie.
I maggiori effetti della contaminazione sulle abbondanze delle specie di alghe hanno raggiunto un picco a due anni dalla contaminazione; i campioni prelevati a cinque anni mostrano che la comunità  stava lentamente riprendendo una normale riproduzione e funzionalità.

Entrambi i lubrificanti hanno avuto inizialmente effetti sostanziali sulla comunità algale; sorprendentemente il lubrificante biodegradabile ha avuto una maggiore impatto a lungo termine.
Gli autori concludono affermando che sia il lubrificante standard che quello biodegradabile hanno effetti sugli ecosistemi del fondo marino in Antartide, che si protraggono per oltre cinque anni. Ciò evidenzia la necessità di evitare perdite e sversamenti. Il lubrificante biodegradabile non sembra offrire alcun beneficio per l'ambiente in quanto colpisce le alghe nel lungo periodo.