Il restauro delle torbiere

Estrazione industriale e cambiamento climatico minacciano questi ecosistemi. Il programma Life ha sostenuto il ripristino delle torbiere montane, con l'accento sulla massimizzazione della biodiversità
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Le torbiere sono ecosistemi delle zone umide che coprono quattro milioni di km2 e stoccano un terzo del carbonio terrestre su base globale. Le caratteristiche geologiche e le condizioni idrologiche favoriscono la ritenzione idrica che porta l'acqua a restare in modo permanente in prossimità della superficie del suolo, limitando fortemente la decomposizione ad opera dei microrganismi aerobici della materia organica, e provocando l'accumulo di torba. Questi ecosistemi sono minacciati da molti fattori tra cui l'estrazione industriale di torba e il cambiamento climatico. Vi è quindi una forte motivazione per la protezione e la riabilitazione delle torbiere per il bene del pianeta, soprattutto per quanto riguarda la cattura di carbonio. Nonostante l'importanza fondamentale delle torbiere, sappiamo relativamente poco delle loro comunità microbiche, necessarie per il loro funzionamento.

Condizioni. Anche se distribuite in tutto il globo, la maggior parte delle torbiere sono situate prevalentemente nell'Europa settentrionale. Il Regno Unito ospita il 15-19% delle torbiere, specialmente torbiere ombrotrofiche (alimentate dalla pioggia) situate in zone montane del nord Inghilterra, Galles e Scozia, designate nel piano d'azione UE e UK come habitat prioritario. Una delle più estese è situata nell'area tra le città industriali di Manchester e Sheffield. Questo altopiano ha subito la deposizione per via aerea di N, S, e metalli sin dall'inizio della rivoluzione industriale, circa 200 anni fa. Oltre il 70% di questo torbiere sono considerate in condizioni di degrado con ampie zone prive di vegetazione, compreso il fondamentale muschio Sphagnum. La torba nuda è esposta all'erosione da parte dell'acqua di superficie e di conseguenza è si presenta incisa da una rete dendritica di calanchi. Queste torbiere di copertura degradate rappresentano un rischio fino ad ora sottovalutato: possono diventare preoccupanti fonti di carbonio atmosferico attraverso le perdite per erosione e per la mineralizzazione aerobica della torba.

Sono stati avviati lavori di restauro su vasta scala nel Pennines (nord dell'Inghilterra) circa dieci anni fa. Gli interventi hanno previsto l'applicazione di calce e fertilizzanti per aumentare il pH da 3,5 a 4,5  per facilitare la crescita transitoria di erbe di pianura (Festuca, Lolium, Agrostis) per una rapida stabilizzazione della superficie della torba nuda, seguita dalla semina di Calluna vulgaris per instaurare una copertura arbustiva e, più recentemente, è stato attuato l'inserimento dei muschi del genere Sphagnus. Il programma UE-Life ha sostenuto il restauro delle torbiere montane, con l'accento sulla massimizzazione della biodiversità e il recupero della funzione idrologica.

Comunità microbiche. Le comunità microbiche del suolo sono da tempo riconosciute come i driver fondamentali per la quasi totalità dei fenomeni riguardanti i cicli degli elementi nel terreno, sono anche quindi capaci di influenzare direttamente la struttura delle comunità vegetali e la loro produttività. Ci sono, però, attualmente, informazioni limitate sulla distribuzione e la funzione dei microbi del suolo negli ecosistemi delle torbiere. Questa mancanza di conoscenza riguardo i ruoli dei microbi nel restauro delle torbiere è riconosciuta in letteratura, e l'applicazione di tecniche specifiche in questo campo è fortemente limitata.

Un recente studio. Una ricerca inglese-canadese di recente pubblicazione suggerisce che i progetti di restauro delle torbiere dovrebbero riconoscere e sfruttare le attività dei microrganismi, come ad esempio la fissazione dell'azoto e la promozione di associazioni simbiontiche, al fine di rafforzare le proposte di intervento e aumentare il successo del recupero. Perché ciò avvenga è necessaria una migliore comprensione della microbiologia delle torbiere, e i progressi nel campo dell'ecologia microbica rendono questo più fattibile rispetto al passato.
L'ipotesi degli autori è che ci sia un'interazione dinamica tra microbi del suolo, fattori edafici e vegetazione nelle torbiere degradate, che dovrà essere dimostrata dalle differenze nelle comunità microbiche del suolo associate a condizioni degradate e restaurate. Sono state utilizzate tecniche di sequenziamento del DNA.
Lo studio ha dimostrato che sei zone che comprendono aree degradate (torbiere nude) e zone restaurate (con l'impiego di vegetazione) presentano comunità microbiche distinte, che possono essere collegate a processi naturali e all'intervento umano nella gestione delle torbiere. Prove sulle comunità microbiche suggeriscono che la torba nuda può essere compromessa, e che la rivegetazione con via naturale o guidata dall'uomo può ripristinare la potenzialità funzionale del microbioma del terreno. In nessuna delle zone rivegetate si stabilisce una comunità microbica che assomiglia a quella originale anche dopo 25 anni, e questo può essere in parte dovuto a un'eredità di inquinamento. Le  aree di torba nuda rivegetate potrebbero ottenere una maggiore funzionalità dalla biodiversità e quindi la conoscenza del comportamento delle comunità microbiche in detti ambienti è una conquista importante in vista dell'applicazione nelle metodologie di risanamento degli ecosistemi.

 

FONTE: http://journals.plos.org