Il comportamento degli impollinatori in città

La piantagione selettiva nei giardini privati e negli spazi pubblici crea una rete diversificata di fiori. Aumentano le specie visitate dagli insetti, ma diminuisce il potenziale di impollinazione
425
Circa il 76% delle principali colture alimentari mondiali sono assistite dall'impollinazione entomofila, un servizio ecosistemico che è stato stimato ammontare globalmente al valore di € 153.000.000.000. Il problema che dobbiamo affrontare è che gli impollinatori sono in declino a livello mondiale, a causa di una serie di fattori che hanno il loro centro nelle pratiche agricole e di sviluppo. Visto che una porzione sempre crescente di popolazione europea sceglie di vivere in città, è importante studiare quale sia l'impatto di questa tendenza sulla diffusione degli impollinatori.

In uno studio inglese, i ricercatori hanno campionato 36 sedi in 12 diverse città (per dimensioni e popolazione) del Regno Unito tra il mese di maggio e il mese di settembre del 2011. I risultati principali della ricerca, pubblicata lo scorso febbraio sul sito della Royal Society, sono stati:
  • la diversità di impollinatori in tutti i siti campionati è risultata sorprendentemente simile;
  • un numero significativamente maggiore di specie di api sono state ritrovate in siti urbani rispetto ai terreni agricoli;
  • l'abbondanza di sirfidi, impollinatori chiave, è più bassa nei siti urbani rispetto sia alle riserve naturali o ai terreni agricoli;
  • il mix di specie è risultato più simile nei siti urbani che in quelli naturali o agricoli.
Le città non sono spesso considerate come paradisi della biodiversità, ma dovrebbero esserlo, a detta degli autori, quando si tratta di piante da fiore. La piantagione selettiva nei giardini privati e negli spazi pubblici crea una rete diversificata di specie di piante da fiore in grado di supportare una vasta gamma di impollinatori. In questo studio gli impollinatori trovati hanno visitato una maggiore varietà di piante negli ambienti urbani a causa dell'elevato numero di specie alloctone che esistono in città rispetto ai siti rurali. Tuttavia, questo significa anche che gli insetti potrebbero aver abbassato il loro potenziale per l'impollinazione, a causa del trasporto di carichi misti di polline tra specie non correlate.

La ricerca fornisce una prospettiva diversa dagli studi precedenti, che hanno generalmente dimostrato come gli ambienti urbani possano avere un impatto significativamente negativo sull'abbondanza degli impollinatori e sulla ricchezza di specie. Questo è comunque il più grande studio sugli impollinatori, effettuato confrontando aree urbane e rurali, e il primo a raccogliere simultaneamente dati da differenti regioni geografiche.
Poiché si prevede che l'urbanizzazione tenda ad aumentare in Europa nel corso di questo decennio, la gestione degli ambienti urbani in chiave di importante habitat per gli insetti impollinatori, diventerà sempre più rilevante. Sebbene i ricercatori apprezzino l'attenzione rivolta a beneficio degli impollinatori in ambiente agricolo in questi ultimi anni, suggeriscono che si dovrebbe fare di più per migliorare la qualità degli spazi urbani per questi insetti, adottando pratiche come l'aumento di alberi e prati fioriti in città, il mantenimento di aree verdi naturali e la riduzione dell'utilizzo di pesticidi in ambiente urbano e peri-urbano.
 

FONTE: http://ec.europa.eu