Biodiversità del suolo: un patrimonio da salvaguardare

Il tema dello sfruttamento dei terreni per scopi agricoli è delicato. La nascita della Global Soil Partnership, i suggerimenti della FAO e i risultati di una ricerca europea

In concomitanza con Expo 2015  si svolge l'International Year of Soils, così stabilito dall'Assemblea Generale delle Nazioni Unite. Questa manifestazione si è resa necessaria a causa della ancora oggi diffusa ignoranza, per quanto riguarda la provenienza del cibo e la sicurezza alimentare. Il suolo svolge l'azione principe nella lotta ai cambiamenti climatici, nel garantire il mantenimento delle risorse d'acqua e nella conservazione della biodiversità (Bouma et al., 2012).


Una nuova consapevolezza. 
Risale al 2006 la pubblicazione della strategia UE per la protezione del suolo, da quel momento un nuovo interesse e una nuova consapevolezza si sono sviluppate nel nostro continente ad ogni livello. Si è raggiunta la convinzione che, per trattare un argomento complesso come quello del suolo, è necessario un approccio trans-disciplinare e quindi è stata stimolata la collaborazione dei pedologi con geografi, agronomi, chimici e architetti urbanisti. Sono nati a livello mondiale diversi gruppi, ufficiali e informali, che si occupano degli studi sul suolo, si pensi a ENSA, ESBN, SSSA, BSSS, VSSLR e al gruppo LinkedIn Soil Science Education.

Questo boom di nuove attività non è però riuscito a creare un interesse di un pubblico più ampio di quello degli addetti ai lavori, principalmente per la complessità dei temi trattati.

Un modo per risolvere questo problema è stato individuato nella creazione della Global Soil Partnership (GSP), una piattaforma interattiva che coinvolge governi, organizzazioni territoriali, istituzioni e tutte le parti interessate in genere.

Uno dei punti fermi di questa organizzazione è quello di incoraggiare gli investimenti, la cooperazione tecnica, politica e educativa finalizzandole a una capillare opera di sensibilizzazione.

Commissioni regionali riunite in conferenze a Aberdeen e a Berlino hanno prodotto un progetto di piano d'azione sottoposto poi al Intergovernmental Technical Panel on Soils della GSP.

Le strade da intraprendere sono quelle di una maggiore comunicazione sui media riguardo al problema, alimentare la concezione dell'armonizzazione del suolo con le colture alimentari e con l'ambiente in generale, spingere i responsabili nazionali dell'istruzione a reintrodurre i corsi di scienza del suolo nelle scuole, non solo per gli alunni ma anche nei corsi di formazione degli insegnanti.


Suolo e biodiversità.
 Si stima che la biodiversità nel suolo sia in condizioni di pericolo nel 56% del territorio europeo. Un interessante studio all'interno del progetto UE BRIO ha esaminato se l'abbondanza e la diversità di organismi nel suolo possa influenzare la salute delle piante e l'assorbimento dei nutrienti.

I ricercatori hanno riempito 16 contenitori da 230 l con terre o sterilizzato, questo è stato poi trattato inoculando in alcuni contenitori alte concentrazioni di microrganismi, in altri concentrazioni ridotte. I contenitori sono stati posti all'aperto e monitorati per due anni, è stata coltivata una rotazione di mais, erba e grano. Sono state effettuate due fertilizzazioni durante il periodo di studio.

Durante il primo anno la frazione di lisciviazione dell'azoto è risultata essere del 51,5% più bassa nei contenitori ad alto tasso di biodiversità rispetto agli altri. In proporzione dai contenitori a basso contenuto di organismi vengono perduti 150, 6 kg/ha di azoto, da quelli con alta biodiversità solo 74,4 kg/ha.

I raccolti è la quantità di biomassa risultano poi significativamente più alti in questi contenitori, nel caso del grano, per esempio del 22,3% in più.

Nel secondo anno queste differenze risultano essere meno importanti, tuttavia, i ricercatori affermano l'importanza nel mantenimento della biodiversità sul lungo termine. Durante il secondo anno di ricerca, i contenitori a basso livello di biodiversità, trovandosi all'aperto, sono stati invasi da micorrize vescicolari-arbuscolari, molto importanti nell'assorbimento dei nutrienti da parte delle piante. I ricercatori hanno poi osservato che i contenitori con alto tasso microbiologico, nel secondo anno, evidenziavano una maggior perdita di fosforo. Questo perché l'attività dei microrganismi rende l'elemento maggiormente mobile e quindi più disponibile per la nutrizione delle piante.

In conclusione, aumentare la biodiversità del suolo, attraverso pratiche a basse lavorazioni o di agricoltura biologica, porterebbe ottimi risultati nell'efficienza di utilizzo dei fertilizzanti.

Suolo e alimentazione sostenibile. Strettamente connesso all'uso del suolo è l'utilizzo dei fertilizzanti. Un rapporto FAO prevede un consumo globale superiore ai 200 milioni di tonnellate nel 2018, il 25% in più rispetto ai dati del 2008.

L'applicazione di fertilizzanti azotati è un metodo di reintegrazione dell'elemento rimosso dal suolo al momento del raccolto. L'uso intensivo delle fertilizzazioni ha provocato in varie parti del mondo fenomeni di accumulo e inquinamento idrico anche delle fonti d'acqua per l'approvvigionamento umano, tuttavia senza questa tecnica non sarebbe stato possibile l'enorme aumento delle produzioni dell'agricoltura contemporanea.

Il progetto “Save & Grow” della FAO indica un percorso per mantenere in modo sostenibile la produttività delle colture, suggerendo ai distretti agricoli in via di sviluppo l'utilizzo di rotazioni basato su specie locali, l'introduzione di metodi di pacciamatura e la concimazione con letame oltre allo sfruttamento di piante azotofissatrici. Queste tecniche reintroducono naturalmente l'azoto nel terreno e abbinate a un uso sostenibile dei prodotti fertilizzanti migliorerebbero le condizioni dei suoli su scala globale.

Il suolo è un sistema “vivente” molto complesso che deve essere mantenuto in salute. Un suolo sano mantiene una elevata biodiversità, permettendo agli agricoltori di ricorre a minori imput chimici, sia fertilizzanti che agrofarmaci, in difesa delle colture. L'importante funzione di stoccaggio del carbonio che il suolo opera ha anche un effetto positivo nel contrasto dei cambiamenti climatici.

Sempre la FAO identifica vari approcci per un cambiamento nei sistemi agricoli nel rispetto del suolo:

  • coltivazione biologica, che prevede il divieto di utilizzare imput chimici e OGM;
  • coltivazione senza aratura, conosciuta come “no-tillage”;
  • agrosilvicoltura, coltivazione di arboreti in associazione con l'allevamento di alcune specie animali e di colture alimentari.

Tutte queste tecniche, se applicate correttamente e a livello globale, potrebbero generare il cambiamento di rotta necessario in tema di tutela del suolo, problema non più trascurabile e di vitale importanza.

 
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