Alberi come archivi pluviometrici

Scoperta la correlazione tra gli anelli annuali di alcuni cedri e la piovosità di tutto il bacino amazzonico
295

Una ricerca dell’università di Leeds ha utilizzato gli anelli di accrescimento di otto alberi di cedro in Bolivia, per risalire ai dati pluviometrici degli ultimi 100 anni riguardanti tutta la foresta amazzonica, la quale costituisce il più grande sistema fluviale del mondo. Questo studio mostra che gli anelli di crescita degli alberi di cedro cresciuti nel bassopiano tropicale, forniscono un archivio naturale di dati strettamente correlati alle precipitazioni storiche.

Questione di isotopi. I ricercatori hanno misurato la quantità di due diversi isotopi di ossigeno intrappolati negli anelli del legno: l'ossigeno -16, e l'ossigeno -18, quest’ultimo, il più pesante dei due. Osservando le varie quantità dei due isotopi, i ricercatori hanno potuto constatare come il modello delle precipitazioni è cambiato di anno in anno. Questo ha permesso loro di vedere quanto ha piovuto in tutto il bacino amazzonico nel secolo scorso. L'autore principale dello studio, il dottor Roel Brienen della Scuola di Geografia presso l'Università di Leeds, già sapeva dell’esistenza di alcune specie di alberi tropicali in grado di formare anelli di accrescimento annuali, ed aveva anche intuito che la firma isotopica presente all’interno di questi anelli potesse essere in grado di registrare i cambiamenti del clima. Quello che sorprende di più, però, è che solo otto alberi provenienti tutti da un singolo sito, ci dicono in realtà quanto ” non è piovuto “ proprio in quel sito, ma su tutto il bacino amazzonico, il quale può contare su di un territorio grande circa 25 volte le dimensioni del Regno Unito. I valori degli isotopi registrati negli anelli di accrescimento delle piante, erano strettamente correlati alle variazioni annuali dei livelli del Rio delle Amazzoni, e quindi alla quantità di pioggia che scorre verso l'oceano.

Ciclo idrologio e cambiamento climatico. Il bacino amazzonico è tra i più ricchi ecosistemi naturali presenti sulla terra, contiene, infatti, circa un decimo della biodiversità del pianeta e un quinto del carbonio immagazzinato nella biomassa vegetale. Anche tra i luoghi più piovosi, circa un quinto della precipitazione globali di tutto il pianeta terra ricade nel bacino amazzonico e drena verso l'Oceano Atlantico attraverso il più grande fiume del mondo, ovvero il Rio delle Amazzoni. A causa della sua vasta dimensione e della sua posizione lungo l'equatore, la risposta del ciclo idrologico del bacino amazzonico al cambiamento climatico, può influenzare in modo significativo l'entità e la velocità del cambiamento climatico globale. È fondamentale, a tal fine, ottenere una migliore comprensione del suo ciclo idrologico. Ha collaborato alla ricerca anche il dottor Manuel Gloor, iI quale sostiene che i modelli climatici variano molto nelle loro previsioni riguardanti l'Amazzonia, e che ancora non sappiamo se questa terrà diventerà in futuro un ambiente più umido o più arido come conseguenza del riscaldamento globale. Questo studio ci ha permesso di scoprire uno strumento molto forte, il quale  permette di guardare indietro nel passato e di comprendere meglio l'entità della variabilità naturale del sistema.

Anelli  annuali come archivio dati. Allo stesso modo di come è stato fatto per gli strati annuali di ghiaccio delle calotte polari, utilizzati per studiare le temperature del passato, siamo adesso in grado di utilizzare gli anelli di accrescimento degli alberi di questa specie, come un archivio naturale delle precipitazioni riguardanti tutto il bacino amazzonico. Trovare alberi più vecchi di quelli oggetto dello studio, con analoghe caratteristiche, sarebbe indubbiamente di grande aiuto al fine di far progredire la ricerca a ritroso nel tempo, e la conseguente migliore conoscenza del sistema. Questa ricerca ha dimostrato che lo strumento è talmente sensibile, che semplicemente dalla valutazione dei valori isotopici possiamo dire quale anno stiamo osservando. Ad esempio, l’anno particolarmente siccitoso verificatosi a cavallo tra il 1925 ed il 1926, denominato "El Niño", il quale ha causato livelli del fiume molto bassi, si distingue chiaramente nele registrazioni.
Anche se quest’ultimo dato fornito dagli alberi, pur riguardante gli ultimi 100 anni, costituisce un periodo relativamente breve, ha fatto comunque emergere alcune interessanti tendenze.
La serie degli isotopi dell'ossigeno mostra un incremento nel tempo che può essere dovuto ad una intensificazione del ciclo idrologico, e questo potrebbe anche spiegare la tendenza osservata a lungo termine riguardante la portata dei fiumi. Questa ricerca però necessità di essere replicata in luoghi diversi dall’ Amazzonia al fine di essere ancora più attendibile.