Alberature in ambiente urbano e particolato: i risultati di uno studio

L’università di Shanghai ha dimostrato come la densità di copertura a verde possa influire sulla quantità di inquinanti presenti a ridosso delle superfici stradali.
Nella città di Shanghai, in Cina, il programma “green streets” ha incentivato la piantagione di nuove alberature stradali per decenni. Le strade, adesso, evidenziano la presenza di coperture vegetali che interessano più della metà della superficie delle carreggiate. Che effetto può avere questo sulla distribuzione di inquinanti derivati dal traffico?

L’università di Shanghai ha effettuato alcune ricerche, considerando le caratteristiche degli alberi presenti. I risultati migliori si ottengono grazie a un compromesso tra densità di piantagione ed efficacia della potatura.
Verde, effetti positivi. Questa ricerca dimostra la necessità di effettuare una corretta piantagione e un’attenta potatura, così da assicurare un necessario contenimento dell’inquinamento atmosferico in ambiente urbano.
Gli autori dello studio affermano che piantare alberi in città, oltre ad avere un evidente effetto per quanto riguarda l’aumento della biodiversità, provoca anche un miglioramento della qualità dell’aria, grazie alla capacità degli alberi di “intrappolare” l’inquinamento.

Alberi e inquinamento.  Il particolato (PM) è un componente dei gas di scarico emessi dai veicoli; in particolare il PM2.5 (che comprende tutte le particelle fino a 2,5 micrometri di dimensione) risulta essere correlato all’insorgere di malattie respiratorie e polmonari anche gravi.
Nell'Unione europea, la direttiva 2008/50/CE relativa alla qualità dell'aria stabilisce i limiti di PM2.5 e gli obiettivi per la sua riduzione.
Nelle strade urbane trafficate interessate dalla presenza di edifici su entrambi i lati si creano i cosiddetti “street-canyons”, siti che favoriscono l’accumulo di gas e polveri inquinanti. Tutto quello che impedisce l’allontanamento dell’inquinamento genera l’aumento dei rischi per la salute dei cittadini. Per questo motivo anche gli alberi, piantati per il loro effetto benefico sul microclima, possono avere un impatto negativo.

Metodi utilizzati. Lo scopo dell’esperimento è quello di trovare delle linee guida che possano essere utilizzate dagli urbanisti per ridurre al minimo l’impatto dell’inquinamento contrastandolo con la presenza di alberi. I ricercatori hanno monitorato le concentrazioni di PM2.5 ogni 12 ore per un giorno intero nelle diverse stagioni. I campionamenti sono stati effettuati a quattro differenti altezze corrispondenti alla parte superiore, centrale e inferiore delle chiome e a 1,5 metri sopra il livello della carreggiata. Sono stati anche raccolti campioni a 0,3 metri dal suolo nel centro della strada.

Stagioni e vento, fattori determinanti. Nel complesso le concentrazioni di PM2.5 risultano più elevate nelle strade che presentano linee alberate rispetto a quelle senza alberi soprattutto per quanto riguarda i campioni raccolti ad altezze più elevate. Tuttavia ci sono eccezioni significative.
Durante l’inverno, quando le specie decidue si spogliano perdendo la copertura verde, i livelli di particolato hanno assunto valori vicini alla strada senza alberi. I ricercatori hanno concluso che per ottenere un effetto di mitigazione dell’inquinamento è preferibile privilegiare specie caducifoglie a dispetto delle sempreverdi. La densità della copertura verde così come la velocità del vento sono fattori che influenzano notevolmente la concentrazione di PM2.5. I ricercatori hanno riscontrato misure della velocità del vento notevolmente inferiori nelle strade alberate dimostrando che la copertura vegetale crea un impedimento alla circolazione dell’aria. Hanno anche testato l’efficacia di tre tipi diversi di potatura – forte, debole, assente – osservando che una potatura drastica ha effetti positivi sull’inquinamento poiché riduce notevolmente l’area coperta.

Conclusioni. I ricercatori suggeriscono che una copertura tra il 50% e il 60% fornirebbe i risultati migliori visto che permetterebbe al PM2.5 di salire facilmente verso l’alto e ne impedirebbe una veloce ricaduta a terra. I risultati migliori, pertanto, si ottengono grazie a un compromesso tra densità di piantagione ed efficacia della potatura. A Shanghai, per esempio, questo significherebbe piantare Platanus x acerifolia di medie dimensioni a otto metri di distanza, lungo entrambi i lati di una strada larga 16 metri potandoli intensamente.
È utile sottolineare come i ricercatori,  tuttavia,  non abbiano studiato gli effetti negativi di una potatura troppo invasiva.

Fonte: Jin, S., Guo, J., Wheeler, S., Kan, L. & Che, S. (2014). Evaluation of impacts of trees on PM2.5 dispersion in urban streets. Atmospheric Environment 99: 277–287. DOI:10.1016/j.atmosenv.2 014.10.002