Una semplice azione: piantare alberi

Molteplici benefici a fronte di basse spese per migliorare la qualità della vita in città
Avete mai immaginato che ci possa essere una semplice azione che i decisori politici a livello sia locale, sia nazionale potrebbero intraprendere per ridurre l’inquinamento e migliorare il benessere delle persone e la salute riducendo l’incidenza dell'obesità e della depressione, elevando la produttività del lavoro, migliorando i risultati scolastici e diminuendo l'incidenza di asma e malattie cardiache tra i cittadini? Certo che c’è! È piantare alberi, in modo corretto tecnicamente, socialmente equo e sostenibile dal punto di visto ambientale ed economico.
Si, perché gli alberi urbani offrono tutti i suddetti benefici e altri ancora. Eppure, le nostre città spendono pochissimo per il verde urbano, meno di 1 euro per metro quadro (a volte molto meno) il che, prendendo ad esempio Milano (che comunque è una delle città che investe di più in Italia), vuol dire meno di un caffè al mese/residente. Possiamo quindi rinunciare a un caffè al mese per avere in cambio città più vivibili e un benessere maggiormente diffuso? Certo, mi potreste dire che ci sono emergenze a cui destinare questo potenziale risparmio, ma l’aria che respiriamo, l’effetto isola di calore, ecc. non sono forse le maggiori cause delle emergenze? Non è costruendo nuovi ospedali che si riduce l’incidenza delle malattie, ma è nella prevenzione! E continuare a sigillare il suolo del nostro Paese non è prevenzione, ma favorire la loro diffusione!
Ormai c’è una letteratura consolidata sugli effetti benefici degli alberi e le nostre amministrazioni non possono più fare finta di niente, continuando a gestire malamente gli alberi con orrende capitozzature, asfaltando anche l’ultimo millimetro in prossimità del tronco e non avendo una pianificazione di impianti e reimpianti di lungo termine.
Eppure, sappiamo che ogni anno, tra 6 e 7 milioni di persone in tutto il mondo muoiono a causa dell'inquinamento atmosferico e dei suoi impatti sulla salute umana, dall'asma, alle malattie cardiache, agli ictus e ogni estate, migliaia di morti sono causati più o meno direttamente dalle ondate di calore nelle aree urbane. Gli studi hanno dimostrato che gli alberi sono una soluzione economica per entrambe queste sfide. Nonostante questo e nonostante che le problematiche siano in costante aumento, si evidenzia una progressiva diminuzione degli investimenti nel settore del verde urbano, perché in tempi di ristrettezze finanziarie questo è il primo settore a essere colpito dai tagli, in quanto considerato “non strategico”. Ma i nostri decisori sanno di cosa stiamo parlando? Temo proprio di no. Per troppo tempo abbiamo visto alberi e parchi come oggetti di lusso, ma portare la natura nelle nostre città è la “strategia critica” per migliorare la salute pubblica.
Inoltre, manca quasi sempre la comunicazione e il coordinamento tra chi dovrebbe pianificare e gestire il verde e i dipartimenti di sanità pubblica per cui l’amministrazione di una città avviene a compartimenti stagni che sembra abbiamo delle pareti indistruttibili: l'abbattimento di queste barriere potrebbe portare a una maggiore disponibilità e a un migliore utilizzo dei potenziali fondi per la piantagione e la gestione degli alberi.
E troppo spesso la presenza o l'assenza del verde urbano - e la sua miriade di benefici - è legata al livello di reddito di un quartiere, con conseguenze drammatiche sulle ineguaglianze sociali. In alcune città americane, le aspettative di vita in diversi quartieri, situati a poche miglia di distanza, possono differire anche di un decennio. È chiaro che tutta questa disparità di salute non è solo connessa alla copertura arborea, ma i ricercatori stanno mettendo continuamente in evidenza, tramite ricerche mirate, che i quartieri con meno alberi evidenziano maggiori problemi in termini di salute. E dare una svolta sostanziale a tutto questo quanto costerebbe? Una recente pubblicazione ha stimato per una città americana spendere solo 8 dollari a persona all'anno (meno di 7 euro), in media, potrebbe soddisfare il deficit di finanziamento e fermare la perdita di alberi e di tutti i loro potenziali benefici.
Chi parla solo e non intraprende azioni in questo senso è complice e colpevole.

Francesco Ferrini – Dispaa, Università di Firenze